"Case della salute, governo miope"

L’assessore Gianfreda critica anche la scelta di reintegrare i sanitari non vaccinati: "Negazione del passato"

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"La tentazione di un pezzo della politica sembrerebbe quella di riscrivere la storia degli ultimi due anni di pandemia. È la sindrome di Winston Smith, protagonista di ’1984’ di Orwell: riscrivere la storia nell’ufficio del Ministero della Verità. Oggi capita che il Covid venga raccontato con le stesse tecniche manipolatorie. Un’ideologia illiberale e non una malattia". Sceglie toni distopici, ricorrendo alla letteratura, l’assessore alle politiche per la Salute di Rimini Kristian Gianfreda nel commentare la scelta del governo di reintegrare medici e sanitari non vaccinati. Un’aspra critica da parte di Gianfreda, che a corredo snocciola alcuni dati. "Un semplice ’fact checking’ – lo definisce l’assessore –. Negli anni 2020 e 2021 il numero dei decessi nella nostra città, in piena linea con il resto della provincia, della Regione, del centro nord d’Italia, d’Europa e di molte parti del mondo ha seguito questo andamento: 1.951 morti nel 2020 e 1.714 lo scorso anno. Cifre che dicono poco o nulla se non le compariamo ai picchi e alle medie degli anni precedenti. Prendiamo a ritroso il quinquennio che precede la pandemia: 2019 con 1.596 decessi, 2018 con 1.523, 2017 con 1.600, 2016 con 1.454, 2015 con 1.575. Prendiamo alcune fasce d’età. Se nel 2019 i morti nella fascia d’età 80-89 anni erano stati 611, nell’anno della pandemia il numero era salito a 767. Nella fascia 90-99 si passa da 452 a 551; nel range tra 70-79 anni il numero sale da 284 a 342".

È stando a ciò che l’assessore definisce "questa operazione politica di riscrittura della storia superficiale, cinica e forse disumana, da parte di chi volutamente volta le spalle ai numeri e le vite che stanno dietro a quei numeri. E tutto quello che qu abbiamo fatto per contrastare il Covid in quei mesi terribili e inediti non può essere derubricato a ideologia. Che senso ha oggi negare il percorso fatto? Sono assolutamente favorevole ad un percorso di convivenza con il Covid, sapendo bene in ogni caso che non ne siamo ancora usciti e dunque ogni messaggio o azione tesa a dimostrare che nulla è accaduto (vedi il reintegro dei medici no vax) porta con sé elementi anti scientifici e inquietanti".

Un’apprensione quella dell’assessore Gianfreda che dal Covid passa alle case di comunità. "Il neo ministro Schillaci ha messo in discussione il progetto delle case di comunità, ritenuto finora architrave del programma di sviluppo del sistema sanitario. Progetto orientato alla medicina di prossimità. È un percorso – scandisce Gianfreda – che il nostro territorio aveva già identificato e iniziato a percorrere ben prima del Covid ed è per questo che non ci siamo fatti cogliere impreparati nel momento in cui si è aperta l’opportunità del Pnrr. A Rimini le case della Comunità non sono sulla carta, ma sono progetti in fase di realizzazione: la prima struttura in via Settembrini è un cantiere in corso, con il primo mattone posato nel marzo scorso. L’iter è avviato anche per gli altri due presidi previsti: è stata individuata la sede per la casa della comunità di Rimini nord, nell’area di proprietà comunale di via MatteiniPadre Igino Lega, mentre solo poche settimane fa è uscito l’avviso esplorativo per individuare chi realizzerà il presidio di Rimini sud, a Miramare. Dunque, mentre si parla di ’valutare’ e ’riflettere’, ci sono territori che hanno messo da parte le parole per passare ai fatti. Ci sono in ballo miliardi di euro di investimento che rischiano di saltare".