Cocaina mortale, barista stroncato da overdose: condannato lo spacciatore

Quattro anni e 8 mesi per un 29enne albanese. Fu lui a vendere la dose a un 35enne riminese Lo straniero dovrà pagare inoltre una provvisionale di 270mila euro a favore dei parenti del defunto

Indagini della polizia (foto di repertorio)

Indagini della polizia (foto di repertorio)

Rimini, 20 aprile 2024 – Era stato trovato senza vita nel garage di casa, il pomeriggio del 24 settembre del 2020. Vicino al corpo della polvere bianca e una cannuccia per ‘sniffarla’. Il cuore del 35enne – padre di due bambine, gestore di un bar del centro storico di Rimini – aveva smesso di battere dopo aver assunto cocaina. A vendergli la dose locale, nella giornata del 22 settembre, secondo la ricostruzione degli inquirenti e la tesi della pubblica accusa, sarebbe stato un albanese di 29 anni, difeso dall’avvocato Fabio Massimo Del Bianco.

Giovedì scorso, al termine di un processo combattuto partito nel 2022, il giudice Andrea Falaschetti, riconosciute le attenuanti generiche, lo ha condannato a 4 anni e 8 mesi per le accuse di spaccio e morte o lesioni come conseguenza di un altro delitto, oltre a 21mila euro di multa e una provvisionale immediatamente eseguibile (in attesa della definizione del risarcimento complessivo in sede civile) di 270mila euro a favore dei parenti del barista, la madre, la moglie e le figlie minorenni, rappresentante dagli avvocati Nicoletta Gagliani e Alessandro Pierotti. Per la difesa dell’albanese, non ci sarebbero stati elementi in grado di comprovare il nesso di causa effetto tra la dose ‘incriminata’ e il decesso del 35enne.

Diverso il parere degli inquirenti, che lo hanno accusato di aver causato la morte del barista come conseguenza di un altro reato, ovvero la vendita dello stupefacente. Il 29enne ha sempre negato ogni addebito e non è da escludere che la sentenza possa essere impugnata davanti alla Corte d’Appello. L’allarme, nell’abitazione del 35enne, era scattato nel tardo pomeriggio. Da mezzogiorno la moglie e la madre non avevano più avuto notizie del trentacinquenne, conosciuto per aver gestito un locale in centro, che non si era neanche presentato al lavoro. Così, pochi minuti prima delle 19 le due donne erano corse nell’abitazione di via Flaminia e, non vedendolo, erano scese in garage. La porta era chiusa dall’interno e per aprirla era stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Dentro il garage c’era il 35enne a terra. Immediata la richiesta di soccorsi. I sanitari del 118, arrivati nel giro di pochi minuti, non avevano potuto fare altro che constatarne il decesso. Sul posto era stata ritrovata anche la ‘polvere bianca’ consumata dall’uomo. Gli esami tossicologici avevano poi accertato che a stroncare il 35enne, padre di due bambine, era stata la cocaina. Le indagini della Squadra Mobile erano risalite fino all’albanese.