Cocoricò, il marchio all’asta per 420mila euro

Il logo della discoteca era stato pignorato dal famoso dj Gabry Ponte

Il logo e la piramide del Cocoricò

Il logo e la piramide del Cocoricò

Riccione, 10 gennaio 2019 - Il marchio Cocoricò finisce all’asta assieme ad altre due marchi collegati alla Piramide, Titilla e Memorabilia. Per portarseli a casa servono 423.500 euro oltre alle spese accessorie. La data entro cui presentare offerte all’Istituto vendite giudiziarie per i Tribunali di Perugia, Terni, Spoleto è il 25 gennaio. La scadenza dovrebbe tendere i nervi alla società Fdm che gestisce la discoteca riccionese, ma al contrario Fabrizio De Meis ostenta tranquillità. «I legali sono al lavoro per chiudere la trattativa con il debitore in questi giorni. Una buona parte della cifra era già stata saldata in passato. Siamo tranquilli sulla buona riuscita della trattativa prima dell’asta». Nel frattempo è iniziato il conto alla rovescia.

Cocoricò, maxi sequestro preventivo per presunti illeciti tributari

I fatti risalgono al 2015 quando una società chiede il pignoramento di una somma importante, e non potendo farlo sui muri della discoteca, non di proprietà della società di gestione, lo fa su quanto di più caro il Cocoricò porta con sé, il marchio. Scatta così il sequestro per il famoso simbolo della discoteca ed anche per altri due marchi, Titilla e Memorabilia, nomi che hanno accompagnato eventi e serate sotto la Piramide.

Ad avanzare la richiesta di pignoramento era stata la Danceandlove, nota società di produzione torinese fondata dal famoso dj Gabry Ponte. Secondo il disc jockey la società del Cocoricò gli doveva circa 200mila euro. Da quel momento è iniziata la trattativa tra il debitore e il creditore. «Abbiamo già versato oltre il 50% della cifra richiesta - precisa De Meis - e stiamo chiudendo per la parte restante».

L’azione intrapresa dalla Danceandlove arrivò poco dopo i tragici fatti che portarono alla morte di Lamberto Lucaccioni. All’epoca il legale della società di gestione del Cocoricò aveva spiegato come il mancato pagamento derivasse dal lungo periodo di inattività del locale seguito a quel tragico fatto. A tre anni di distanza il tribunale ha convocato l’asta.

Per la disco in collina pare non esserci pace. Dopo l’ordinanza di chiusura imposta dall’amministrazione comunale a ridosso del Natale per il mancato pagamento della tassa sui rifiuti nel 2018, revocata a pochi giorni dal Capodanno con il pagamento della somma richiesta, arriva un’altra doccia fredda che comporterà il pagamento di una cifra considerevole. Ma come accaduto per San Silvestro, con il salvataggio dell’evento di fine anno, anche in questo caso De Meis è convinto che tutto andrà per il meglio.