Concessioni, è ancora caos. Ricorsi al Tar contro i bandi

Riccione, tre chioschisti impugnano l’atto dell’amministrazione: "I giudici definiscano regole chiare"

Concessioni, è ancora caos. Ricorsi al Tar contro i bandi

Concessioni, è ancora caos. Ricorsi al Tar contro i bandi

Anche a Riccione il caos concessioni demaniali finisce davanti al Tar. Sono tre i ricorsi presentati da altrettanti concessionari di bar di spiaggia nei confronti dell’atto con cui il Comune nelle settimane a ridosso della Pasqua ha concesso un ulteriore anno di utilizzo dell’arenile agli attuali concessionari in modo da avere il tempo necessario per predisporre le evidenze pubbliche e assegnare le spiagge. Oggi i tre chioschisti, ai quali se ne sono aggiunti altri 15 a sostegno dei rispettivi ricorsi, vogliono fare tabula rasa di 14 anni di dibattiti tra politici e nelle istituzioni, chiedendo ai giudici "di definire quanto i vari governi di ogni colore non sono stati in grado di fare" dice Marco de Luca dell’associazione chioschisti riccionese. "Alcuni anni fa, era il 2021, gli stessi concessionari ricorsero al Tar contro il provvedimento del Comune che eliminava la proroga al 2033 delle concessioni. Oggi rafforziamo l’azione giudiziaria andando a chiedere ai giudici certezze".

Nell’azione avanzata dai chioschisti ci sono alcuni punti fermi da cui partire. Il primo è che "il Comune non può muoversi nella direzione delle evidenze pubbliche senza una normativa che stabilisca i criteri". Detto questo i chioschisti non vogliono attendere che il governo si esprima. "Basta con le attese, sono 14 anni che attendiamo e nessun governo è stato in grado di decidere. Adesso proviamo con la giustizia". Da qui si arriva alla motivazione alla base dell’azione giudiziaria avanzata in questi ultimi anni, e rafforzata dall’ultimo ricorso. "Chiediamo che venga riconosciuto il valore aziendale e il diritto a fare impresa. Sono elementi fondamentali per pensare di andare avanti". E se i politici da anni discutono su questi presupposti senza portare a casa norme e decreti, "noi chiediamo ai giudici di esprimersi così da aggiornare la materia in ambito di concessioni demaniali. L’obiettivo è arrivare a far esprimere la Corte Europea". Per i chioschisti il caso italiano si può eliminare se si arriva a uniformare il diritto. "In Spagna e in Portogallo ci sono riusciti, e la data di scadenza delle concessioni oggi è decisamente lunga. Non dico di arrivare a equiparare quanto hanno fatto nei due Paesi citati, dove si arriva anche a 90 anni, alla nostra situazione, basterebbe anche meno. Vogliamo certezze. L’auspicio è che i giudici facciano quanto i governi non sono stati in grado di fare in 14 anni".Così il Comune si vede l’atto approvato alla fine anno impugnato davanti al Tar.

Andrea Oliva