Così Rimini si è salvata dal disastro

Segue dalla prima

Due sono le opere lungimiranti per la messa in sicurezza sotto il profilo idraulico, che ci hanno garantito dal rischio di inondazioni ad opera del fiume Marecchia e del torrente Ausa. Con il primo intervento al fine di difendere la città dalle esondazioni del Marecchia che si verificavano nel corso delle sue piene è stato realizzato un canale, il Deviatore, che sfocia in mare tra il borgo San Giuliano e Rivabella. Con il secondo intervento é stato realizzato il nuovo corso del torrente Ausa che correndo per lungo tratto parallelo alla statale, ai piedi del Covignano, si immette anch’esso nel Deviatore. Intervento che ha messo in sicurezza la città dal rischio di esondazioni , col definitivo abbandono dell’originario alveo del fiume, nel tratto che lo collegava al ponte di Tiberio e al porto canale. Tra le grandi opere vanno ricordati gli impianti per la raccolta delle acque quali quello di piazzale Kennedy e quelli di prossima realizzazione di viale Chiabrera e Rivazzura. Al contrario, considerato il cambiamento climatico, non ci sentiamo di condividere la moda invalsa da tempo, con Riccione in testa, di realizzare parcheggi interrati e in prossimità della spiaggia. La soluzione c’era e c’è ancora: il recupero dell’ex teatro Novelli e la sua destinazione a parcheggio multipiano.

Umberto Farneti