"Cultura: porto a Roma il modello Romagna"

Il patto tra Gnassi e il mondo dello spettacolo. L’impegno dell’ex sindaco, candidato alla Camera: "Il settore ha bisogno di supporto"

Migration

"Il modello Romagna? Dobbiamo portarlo a Roma". Quello tra Andrea Gnassi e l’universo della cultura è un vero e proprio patto. Che passa dal contrasto all’instabilità lavorativa alla necessità di un maggior investimento da parte del Governo. Un impegno che l’ex sindaco, candidato alla Camera per il centrosinistra, ha illustrato sabato al Supercinema di Santarcangelo. "Il modo migliore per non retrocedere di un passo di fronte alle nubi minacciose che si annunciano – dice Gnassi – è quello di spingere a fondo l’acceleratore su politiche nazionali e locali che vedano le arti e lo spettacolo al centro della vita delle persone". Si parte, come punto iniziale, dalla lotta alla precarietà e alla protezione delle professioni intermittenti in campo curale. Il Pd ha presentato una proposta di legge a firma Orfini che è stata assunta dal Governo con legge delega. "Ora, però, serve che questa legge sia convertita con decreti attuativi entro la fine di novembre per essere operativa ed evitare la decadenza. Sarà questo uno dei primi impegni di vigilanza".

Il secondo punto del programma prende le mosse da un altro dato di fatto: "Le risorse pubbliche a favore della Cultura nel nostro paese sono nettamente inferiori alla media degli altri Paesi europei sviluppati. Ci sono da correggere distorsioni e incongruità nella distribuzione dei finanziamenti, ma c’è prima di tutto un problema enorme di quantità delle risorse destinate alla cultura, che ne ha bisogno strutturalmente". C’è poi il nodo del caro energia e del bisogno di un rinforzo economico che attenui il peso sui bilanci. Non può ripetersi quanto successo durante la pandemia, "quando teatri, cinema, mostre, musei e giacimenti culturali sono stati i più penalizzati in assoluto". E ancora: bisogna agire non soltanto sull’offerta, ma anche sulla domanda. Lo Stato deve adoperarsi con "politiche efficaci di promozione della domanda, soprattutto giovanile, facilitando l’accesso a teatro, ai musei, alle mostre, al cinema a migliaia di giovani non frequentatori abituali, con modalità che prevedano, ad esempio, sconti consistenti e bonus non solo per i 18enni come già stato fatto, per riportare la presenza di un pubblico rinnovato almeno ai livelli precedenti il 2020". Infine, l’aspetto della rivoluzione verde che deve investire anche l’ambito culturale.