E al ponte della Resistenza è affondata una barca

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Una barca (semi) affondata nel tratto subito a monte del Ponte della Resistenza a Rimini. L’imbarcazione, di piccole dimensioni, è finita con la parte poppiera sott’acqua. Si tratta forse della ’vittima principale’ della burrasca con raffiche di vento sopra i 65 nodi (circa 110 km orari), ma barche che hanno subito danni, più o meno rilevanti, nei vari porti e darsene del Riminese sono diverse. "Almeno tre imbarcazioni – spiega il direttore Gianni Sorci – al Marina di Rimini, si sono viste aprire parte della vela di prua dalle raffiche, costringendo armatori e ormeggiatori a un duro lavoro per cercare di metterle in sicurezza, ed evitare il rischio che cadessero i rispettivi alberi". Numerose barche, nelle darsene e nei porti, hanno avuto i tendalini parasole – che non erano stati chiusi da tutti i velisti – letteralmente polverizzati dal vento, compresi i pannelli solari che erano fissati sopra gli stessi. Diversi cavi di ormeggi spezzati, da Cattolica a Bellaria, con i marinai – insieme alla Capitaneria di Porto – impegnati a salvare le barche.

"Nessun danno ai pescherecci nel porto di Rimini, ma il terzo braccio del molo è sempre più urgente", dice il presidente della cooperativa Lavoratori del Mare Giancarlo Cevoli. Danneggiato, nel porto di Bellaria, il bragozzo storico comunale ’Teresina’. Un motoscafo alla deriva nel fiume Uso è stato stoppato e legato alla banchina, sempre a Bellaria, dalla Protezione civile. "Cime rotte e corpi morti di alcune barche che hanno ceduto, non danni gravi", dice Leo Bernardini, presidente del Circolo velico riminese. "Nessun danno alle nostre barche, avevamo dato l’allerta ai soci da giorni – dice il presidente del Club Nautico Gianfranco Santolini –. Ma visti i fenomeni estremi sempre più frequenti, il sistema di previsioni meteo della Protezione civile regionale andrebbe modernizzato e adeguato. Non ci possiamo più permettere informazioni generiche e non puntuali".

Mario Gradara