Era stata la Polizia civile ad arrestarli

Sono stati rinviati a giudizio i sammarinesi accusati di aver aggredito una minorenne a Borgo Maggiore

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Sono stati rinviati a giudizio i due giovani sammarinesi che nel mese di aprile dello scorso anno finirono in carcere con l’accusa di violenza privata su una minorenne e oltraggio e resistenza alla forza pubblica. La chiamata alla Centrale operativa interforze arrivò in pieno pomeriggio. E’ una domenica di aprile e a prendere il telefono in mano e allertare le forze dell’ordine sono quattro minorenni. Denunciano che una loro coetanea è stata aggredita da due ragazzi vicino ai portici di Borgo Maggiore. Una pattuglia della Polizia civile raggiunge subito Borgo Maggiore trovando ad attenderla i quattro giovani che pochi minuti prima avevano chiesto aiuto. In pochi attimi descrivono la fisionomia degli aggressori. E sono loro a riferire agli agenti che i due ragazzi si erano allontanati a piedi, e quindi non dovevano essere arrivati poi tanto lontano. Gli uomini della Polizia civile iniziano, così, a perlustrare la zona e la ricerca non dura a lungo.

Perché poco lontano dal luogo dove era stata riferita l’aggressione, gli agenti individuano due ragazzi che corrispondono esattamente alla descrizione fornita. Ma nel momento in cui stanno per essere identificati, all’alt della Polizia civile, fuggono. In zona arrivano anche due pattuglie della Gendarmeria e la fuga dei due giovani dura, così, pochissimo. Infatti, presto vengono fermati, identificati e portati al comando della Polizia Civile per il compimento degli atti di polizia giudiziaria. Raccolte le testimonianze e la denuncia di rito, per i due ragazzi scatta il fermo e vengono portati in carcere ai Cappuccini dove restano per qualche giorno, per poi passare ai domiciliari. Ora i due giovani sono stati rinviati a giudizio, accusati entrambi di violenza sessuale di gruppo.

Nel procedimento si sono costituiti parte civile i genitori della minorenne, assistiti dall’avvocato Stefano Pagliai. Una vicenda, quella di Borgo Maggiore, che aveva sollevato molta indignazione in Repubblica, con le prese di posizione dell’Authority delle Pari Opportunità ("Abbiamo la massima fiducia nel nostro sistema giudiziario – scrissero allora – da sempre attento e scrupoloso e da sempre presente nella lotta contro la violenza di genere") e dei Giovani democristiani del Titano che avevano invitato "la politica a una riflessione sincera affinchè simili vicende – dissero – non debbano più ripetersi. E’ fondamentale che il nostro Paese possa sviluppare gli anticorpi necessari a prevenire fenomeni del genere".