I furbetti della bandiera estera

Scoperte dalla Guardia di Finanza diciotto imbarcazioni sconosciute al Fisco. Sanzioni per 800mila euro

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Dalle imbarcazioni più piccole allo yacht di 21 metri (un milione di euro di valore) di proprietà di un facoltoso imprenditore. Tutte e 18 le barche ormeggiate nei porti di Rimini, Riccione, Porto Verde e Misano avevano una particolarità: battevano bandiera straniera, pur essendo di proprietà di persone con domicilio fiscale nel nostro Paese. Tutti e ventuno gli appassionati di nautica pizzicati dalla Guardia di Finanza si erano ‘dimenticati’ di segnalare la proprietà dei rispettivi natanti nella dichiarazione annuale presentata all’Agenzia delle Entrate. Le Fiamme Gialle in questo caso non hanno fatto sconti e per loro sono scattate delle multe belle salate, per un totale di circa 800mila euro.

Si è conclusa in questo modo l’operazione di ‘monitoraggio fiscale’ condotta dal Roan della Guardia di Finanza nei porti della nostra Provincia. Nel mirino il fenomeno del cosiddette ‘flagging out’, per cui alcuni possessori di imbarcazioni da diporto stanno dismettendo la bandiera nazionale italiana per iscriverle nei - registri di paesi stranieri, con l’intento di sottrarsi alle normative fiscali, commerciali e di sicurezza della navigazione con conseguente riduzione delle spese di gestione. La maggior parte delle imbarcazioni scoperte dai finanzieri battevano bandiera del Belgio, ma anche di Polonia e Regno Unito, anche se i loro proprietari sono tutti italiani e risiedono prevalentemente in provincia di Rimini e in altre città dell’Emilia-Romagna. "La normativa fiscale – spiega la Finanza in una nota prevede l’obbligo di indicare nella dichiarazione dei redditi annuale, utilizzando l’apposito modello RW, qualsiasi investimento o bene detenuto all’estero, tra cui le unità da diporto. Questa normativa, denominata ‘monitoraggio fiscale’, consente agli organi di controllo di meglio apprezzare la reale capacità contributiva del dichiarante e ricavarne informazioni ed elementi utili a valutare l’adeguatezza o meno dei redditi indicati nella stessa rispetto alla situazione patrimoniale dichiarata". Tra i motivi che spingono alcuni appassionati a ‘immatricolare’ all’estero la loro imbarcazione, vi sono le norme meno stringenti (e quindi anche meno onerose) previste da altri Paesi d’Europa in materia di nautica. La Guardia di Finanza ha annunciato che saranno avviati ulteriori approfondimenti di natura fiscale finalizzati alla verifica di coerenza delle dichiarazioni dei redditi con la reale capacità redditualecontributiva.

Lorenzo Muccioli