I miracoli di don Oreste. Una donna rivela: "Sono guarita dal tumore pregando lui"

Quindici anni fa moriva il fondatore della Papa Giovanni. Va avanti il processo di beatificazione del sacerdote, al vaglio nuove segnalazioni di eventi prodigiosi

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Quindici anni senza don Oreste Benzi. Era la notte del 2 novembre 2007 quando il ’prete degli ultimi’ chiudeva per sempre gli occhi. Ieri sera, nella chiesa della Grotta rossa, il popolo della Papa Giovanni XXIII si è riunito per la messa in ricordo del suo fondatore. E lunedì, nella ’Notte di don Oreste’ decine di giovani hanno portato cibo e conforto ai senzatetto insieme agli operatori della comunità.

Nel frattempo va avanti la causa di beatificazione di don Oreste. Nel 2019 si è chiusa la fase diocesana del processo e tutti gli atti sono ora in Vaticano al vaglio della Congregazione dei santi. Affinché il fondatore della Papa Giovanni venga proclamato santo, la Congregazione dovrà accertare che sia stato compiuto un miracolo dal don dopo la sua morte. Di segnalazioni a Elisabetta Casadei, docente universitaria e teologa, postulatrice della causa di beatificazione di don Oreste, ne arrivano tante. Di recente le ha scritto una donna, che ha raccontato la sua prodigiosa guarigione: "Ha pregato don Oreste e altre persone hanno pregato il sacerdote per lei. Ha fatto tutto il ciclo di chemio, mesi di cure, e gradualmente è guarita. Non ci sono ancora elementi per dire che si tratti di un miracolo, ma di una grazia sì". La donna – continua la Casadei – sente che è stato proprio don Oreste ad accompagnare la sua guarigione".

La Casadei sta lavorando e alla biografia e alla ’positio’ sulle virtù di don Oreste, sulla base dei documenti e delle testimonianze. Un lavoro molto corposo: si tratta di vagliare quasi 18mila pagine di documenti. E le sorprese fin qui non sono mancate. Don Oreste a 12 anni chiese di entrare in seminario a Rimini, ma la domanda fu respinta e lo stesso accadde tre anni dopo. Il motivo? Allora si pagava la retta per il seminario di Rimini "e la famiglia di don Oreste non poteva permettersela. Il padre scrisse allora al rettore del seminario di Urbino. E il vescovo, dopo aver fatto le verifiche, aprì a Benzi le porte del seminario".