"Ieg da solo? Forse ma sarà più faticoso"

Il presidente Cagnoni sull’integrazione con Bologna Fiere: "Se andrà in porto saremo primi in Italia e pronti alle sfide globali"

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di Carlo Andrea Barnabè

Chi ricorda gli intrecci dei Promessi sposi troverà molti punti in comune con la trama che da tempo inchioda i lettori sul ‘fidanzamento’ tra Ieg e Bologna Fiere. Una data è stata scritta, l’ottobre scorso, con l’accordo non vincolante per l’integrazione delle due società. Ma quel matrimonio, per ora, non s’è fatto. Nei padiglioni di Rimini, dove Lorenzo Cagnoni regna da oltre un ventennio, si lavora per la ripartenza delle fiere annunciata per il 15 giugno. Ma dietro le quinte si gioca la partita più pesante, il derby della via Emilia tra i due colossi.

Presidente Cagnoni, a quando la pubblicazione delle nozze?

"Le trattative vanno avanti, in che modo mi è impossibile rivelarlo: siamo una società quotata, la riservatezza non è un vezzo. Scetticismi e difficoltà fanno parte del gioco, ma i vantaggi per il buon esito sono infinitamente più forti e convincenti".

Chi o cosa rema contro?

"Non è questo, ma la natura assai complessa dell’operazione. Si tratta di due aziende molto simili nei numeri anche se molto diverse. L’obiettivo dell’integrazione non è solo quello di creare una società che sarebbe la prima in Italia per volume di fatturati e redditività. Ci interessa riavviare il sistema e puntare sulla competizione incardinata su strategie, economia dei costi e accumulazione di risorse per un piano di investimenti che preveda, tra le altre cose, lo sviluppo dei quartieri fieristici di nostra proprietà per affrontare le sfide globali".

Fermiamoci qui: non siete già grandi abbastanza?

"Sono stato accusato di avere manie di grandezza. Ma oggi, a vent’anni dall’inaugurazione della Fiera e a dieci da quella del Palacongressi di Rimini, posso dire a ragion veduta che erano stupidaggini. Abbiamo dimostrato di essere attori fondamentali dello sviluppo, due soggetti che provvedono al 12-13 per cento del Pil provinciale. Ecco perché la crescita diventa un passo indispensabile per affrontare il futuro".

Ma queste ambizioni non sono state definitivamente affossate dalla pandemia?

"Anni fa si diceva che la tecnologia digitale avrebbe sostituito le manifestazioni fieristiche. La pandemia ci ha costretti a sperimentarlo, e questo ci ha dato la possibilità di mantenere un rapporto con il mercato. Ma sono convinto che, anche se sono e rimarranno utilissime, non potranno mai avere il valore aggiunto delle manifestazioni in presenza. Sono certo che il sistema economico che risorgerà alla fine di questo travagliato passaggio avrà bisogno del settore fieristico che lo aiuti a sostenersi e ad aggredire soprattutto il mercato estero".

L’ottimismo non guasta mai, ma ne è così convinto?

"Non avverrà per tutti i Paesi allo stesso modo, ma chi saprà meglio interpretare la ripresa crescerà e prospererà. Le linea è traccia, come pure i temi: transizione ecologica, sviluppo sostenibile, turismo e alimentare".

Per Ieg e Bologna Fiere insieme sarebbe più facile?

"Mi chiedo: da soli possiamo farcela? Probabilmente sì, ma il cammino sarà più lungo e faticoso. L’alleanza con Bologna è strumentale per raggiungere questi obiettivi".

Facciamo un pronostico.

"Non ne faccio, comprendo che i rischi di una rottura sono elevati. Vista l’importanza della sfida si dovrà ricorrere al compromesso e alla trattativa. Qualcuno dimentica che un’operazione di questa portata non è stata mai tentata non solo in Italia, ma in Europa"

A metà giugno riaprono le fiere, a luglio i congressi: partenza vera?

"Incrociamo le dita, sarà una lento riavvio in attesa di entrare nel vivo a settembre. Si partirà con alcuni eventi sportivi, poi a luglio RiminiWellness, e il Meeting confermato per agosto. In autunno contiamo sulla ripresa dei nostri tradizionali appuntamenti, ma per tornare a regime ci vorranno alcuni mesi".

Presidente, ha già scelto l’abito per il ‘matrimonio’ con Bologna?

"Sorprese piacevoli potrebbero essere dietro l’angolo, ma prima di legarsi per sempre non bisogna avere fretta".