Il ritorno di Mecozzi al teatro Galli "Suonare qui ha un valore unico"

Il violinista riminese farà tappa in città oggi per il nuovo tour per il suo ultimo album ’Inwards’ "Gioco in casa, davanti al pubblico con cui sento un legame speciale. Voglio arrivare al cuore della gente"

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di Rosalba Corti

Ritorno a casa per Federico Mecozzi, che oggi alle 21, farà tappa con il suo nuovo tour proprio nella sua città. Atteso al Teatro Galli, l’artista orgoglio riminese presenterà il suo secondo album Inwards. Classe 1992, l’artista a 12 anni ha intrapreso il percorso accademico presso l’Istituto Musicale ’G. Lettimi’ di Rimini, dove ha studiato violino. In seguito si è formato anche come direttore d’orchestra e arrangiatore. Da 13 anni affianca stabilmente il celebre compositore e pianista Ludovico Einaudi, che accompagna tuttora dal vivo in lunghe tournée nei più prestigiosi teatri del mondo.

Mecozzi al Galli. Sarà un’emozione per lei?

"Torno a Rimini con un accrescimento artistico e una diversa consapevolezza. Suonare qui, nel mio teatro, non è come suonare da un’altra parte. Sento il legame forte con la città, gioco in casa, è il simbolo del mio inizio, del mio primo album. Poi c’è il pubblico, siamo figli della stessa terra".

A che pubblico cerca di arrivare?

"Ho un gradimento trasversale, e se riesco a portare ai miei concerti anche solo un giovane che magari poi si avvicina ad uno strumento o alla musica classica, mi sento felice. Amo l’idea di arrivare a persone che più difficilmente ascolterebbero uno strumento come il violino. Arrivare a queste persone abituate ad ascoltare musica più leggera, è ancora più significativo".

’Inwards’ è il suo secondo album. Rappresenta il suo viaggio interiore?

"Questo nuovo lavoro è introspettivo, si è vero, è un percorso interiore. È un’autoanalisi nata in tempo di Covid, dettata dal fatto che non avevo la possibilità di trovare libertà fuori, non stavo viaggiando e non ho potuto fare altro che cercare più dentro. È un album a tratti più scuro".

Cosa significa portare un progetto, un album in tour?

"Suonare dal vivo è sempre molto bello. È la spinta per andare avanti: quando arriva il momento del concerto, che per me è il momento sacro, di massima espressione di un artista, più di qualsiasi momento compositivo o di registrazione, c’è questa comunione emotiva bellissima. Personalmente rimango sempre colpito e commosso nel vedere che le persone rispondono sempre in maniera entusiasta. Questa è la sublimazione del mio percorso, che mi porta ad andare sempre oltre".

Lei è stato direttore d’orchestra e ha scritto anche colonne sonore.

"Dirigere a Sanremo è stata un’esperienza molto divertente e significativa. È un mondo distante dal mio. Però la direzione di orchestra è un’attività che mi piace molto riprendere ogni tanto: ti dà una visione totale della musica. Per quanto riguardo la composizione di colonne sonore mi sono ispirato a Morricone e a Nino Rota".

Da Riminese si è lasciato attraversare da Fellini?

"L’aspetto Felliniano che io adoro è quello onirico, quello dell’immaginazione, dell’assenza di limiti. Idealmente mi sono avvicinato al suo mondo e ho composto Skyward, un brano che mi trasporta in un’altra dimensione".

Sono in corso anche le presentazioni dell’album con firmacopie negli instore?

"Esatto, ed è bellissimo. Si tratta di un momento di esibizione musicale per raccontare il nuovo lavoro discografico incontrando il pubblico più da vicino. Sarò alla Feltrinelli di Rimini, sabato 29 alle ore 17. Non vedo l’ora di abbracciarvi tutti".