Da ieri mattina la sala conferenze della Provincia in corso d’Augusto, 231, a Rimini, è intitolata a Massimo Pironi, ex sindaco di Riccione, già assessore dello stesso Comune e della Provincia, nonché consigliere regionale. Un’ottantina le persone che hanno partecipato alla cerimonia visibilmente commosse e con grande senso di gratitudine nei confronti del noto amministratore pubblico, deceduto tragicamente lo scorso 7 ottobre nel terribile incidente che sull’A4 ha stroncato anche la vita di altri sei membri del Centro 21: l’educatrice Romina Bannini e i giovani ospiti portatori della sindrome di Down: Francesca Conti, Rossella De Luca, Maria Aluigi, Valentina Ubaldi e Alfredo Barbieri del Centro21 di Riccione. Ora sono tutti ricordati nella targa affissa all’ingresso, scoperta a fine cerimonia dal presidente della Provincia Riziero Santi.
In sala anche ex amministratori, consiglieri regionali, sindaci, assessori e consiglieri comunali di ogni parte politica, volontari e tanti amici. Sono stati diversi quelli che hanno reso omaggio sia a Pironi sia ai ragazzi dell’associazione di volontariato. Con loro l’attuale sindaca di Riccione, Daniela Angelini, la presidente del Centro 21 Maria Cristina Codicè, che nel tremendo sinistro ha perso la figlia Maria, e l’ex presidente della Provincia Ferdinando Fabbri. Tutti unanimi nel sottolineare "la passione e l’impegno di Massimo nel mondo del sociale e del volontariato, che risalgono agli anni della sua giovinezza". Una lunga avventura alla quale Pironi, che aveva cominciato a fare politica a 16 ani, ha dato seguito anche dopo la trentennale esperienza amministrativa. Tutto il suo tempo disponibile era dedicato al Centro 21, diventato la grande passione della sua vita.
Missione compiuta, come sottolineato dai presenti: "mettendo a disposizione la sua esperienza, le sue competenze e le sue grandi qualità umane e concentrando le sue energie e il suo entusiasmo nell’avventura con i ragazzi e con i volontari del Centro 21". Con commozione Santi commenta: "Nei confronti di Massimo e della sua famiglia nutro i sentimenti e le emozioni dell’amico fraterno. Con lui fin da ragazzo ho trascorso tanti momenti, nella vita privata, nel lavoro, nel volontariato e nella politica, perché Massimo, come me, amava la politica, quella con la P maiuscola, degli alti valori, della solidarietà, quella che combatte le diseguaglianze. Massimo era uno spirito libero, con autonomia di pensiero. Con lui potevi anche non essere sempre d’accordo, ma il suo pensiero era sempre interessante e incline al confronto".
Nives Concolino