La Caldonazzo dopo il Gf vip "parla d’amore"

Oggi e domani in scena lo spettacolo di Claudel. L’attrice con il regista Branchetti al CorTe di Coriano

Migration

Doppio appuntamento con la commedia d’autore, oggi e domani al teatro Corte di Coriano, con Nathalie Caldonazzo e Francesco Branchetti. Dopo il successo nei migliori teatri italiani, in scena anche in Romagna l’emozionante spettacolo ’Parlami d’amor’" di Philippe Claudel, che mette al centro il rapporto tra uomo e donna. La traduzione del testo è stata affidata a David Conati, la regia e i costumi sono di Branchetti, le musiche di Pino Cangialosi e le scene di Alessandra Ricci.

Caldonazzo, questa pièce ci mostra come siamo sempre alla ricerca delle nostre verità? "In questo testo si evince che il modus vivendi è quello del parlarsi sopra senza mai ascoltare i pensieri dell’altro. Mostra una coppia che discute e sotto sotto si ama, ma ognuno si racconta la propria verità senza mai ascoltarsi".

In che modo un uomo le deve ’parlare d’amore’, per conquistarla?

"Più che parlare deve dimostrare. Le parole lasciano un po’ il tempo che trovano. Sono una che sviscera tutto e quando vedo che non c’è più rispetto alzo i tacchi senza più tornare indietro".

Un rapporto può andare in crisi per mille fattori?

"C’è un narcisismo esasperato in quest’epoca. Manca la signorilità, e forse la colpa è anche dei social dove tutto deve essere apparenza".

Al Grande Fratello Vip, da concorrente, lei ha portato avanti la battaglia contro la violenza sulle donne.

"La violenza emotiva ti lascia una ferita nell’anima che ti trasforma. Mi sembrava giusto, anche in quel contesto leggero, mettere in evidenza l’argomento. La violenza fisica si vede ed è terribile, ma la violenza psicologica ti squarta".

Lei è anche pittrice e attraverso le sue opere, pone l’accento su quel tema.

"A fine luglio inaugurerò una mostra su questa tematica, dal titolo ’Squartalized’, con l’artista Vito Bongiorno, 12 opere rappresenteranno questa sorta di violenza".

Ha girato il film cult ’Abbronzatissimi’ proprio qui in riviera. Che ricordo ha?

"Molto nitido! Quelle scene tra le cabine di Rimini e il bagnasciuga.. una grande spensieratezza. E poi Martina Colombari. Mi avete regalato tanta gioia".

Lei è una donna indipendente. Essere libera di fare scelte, come garanzia di libertà?

"’La vita inizia alla fine della tua zona di confort’. Cito spesso questa massima. Ho lavorato molto su me stessa, per smarcarmi dallo sguardo e dalla dipendenza da un uomo. Se mi guardo indietro, vedo la fatica. La mia indipendenza è una conquista".

C’è un ruolo che avrebbe voluto fare?

"Avrei voluto essere la Gelsomina de ’La strada’ del Maestro Fellini. Ruolo che fu della grande Masina".

Per informazioni e prenotazioni; www.liveticket.itteatrocortecoriano, 329 9461660.

Rosalba Corti