"La mensa dei poveri va avanti anche se il convento chiude"

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Il destino dei frati di via della Fiera? Si deciderà già, probabilmente, entro il mese. I frati cappuccini dell’Emilia Romagna si riuniranno a fine ottobre in assemblea: quella sarà l’occasione per fare il punto e decidere se il convento di via della Fiera dovrà chiudere i battenti, come temono padre Carlo Bonfé e gli altri religiosi che vivono nella struttura. Gli alti costi di gestione, la crisi delle vocazioni e l’elevata età media dei frati sono tra i motivi che hanno spinto l’ordine dei cappuccini a valutare la chiusura del convento di Santo Spirito. Ma, come precisano i frati superiori dell’ordine, "nulla ancora è stato deciso". Le valutazioni sono in corso su Rimini e anche su altri conventi. Resta il fatto che il convento di Santo Spirito è quello che corre più rischi di chiusura. E se così sarà, Rimini perderà la presenza dei frati cappuccini dopo quasi cinque secoli. L’ordine è presente in città dal 1571, il convento di via della Fiera fu inaugurato nel 1877. Se il convento verrà chiuso, i sei frati che vi abitano saranno trasferiti altrove e l’edificio verrà dato in gestione ad altri enti. In corsa anche la Papa Giovanni XXIII, che potrebbe realizzare qui la nuova Capanna di Betlemme per accogliere i senzatetto. La buona notizia è che, anche in caso di chiusura, rimarrà aperta la mensa dei poveri. Inaugurata il 13 gennaio del 2001, la mensa è uno dei fiori all’occhiello di Santo Spirito. E l’ordine dei cappuccini ha assicurato ai volontari che la mensa di via della Fiera sarà mantenuta, in ogni caso. "Tutti noi ci auguriamo che l’ordine ci ripensi e il convento non chiuda – dicono alcuni dei volontari storici – Ma ci è stato assicurato che il servizio della mensa andrà avanti". Grazie alle donazioni il servizio "si sostiene da solo, dal punto di vista economico. E fa del bene a tanti: dovremmo riuscire a chiudere l’anno con 53mila pasti serviti".