La nostra prof pellegrina a Santiago

L’avventura dell’insegnante di matematica con sandali e zaino in spalla: "All’arrivo svaniscono tutti i mali"

La nostra prof pellegrina  a Santiago

La nostra prof pellegrina a Santiago

Studiando i viaggi dei pellegrini cristiani verso Gerusalemme, siamo venuti a conoscenza che la nostra professoressa di matematica, Francesca Tirrò, è stata pellegrina per Santiago di Compostela e ha visitato la tomba di San Giacomo.

Da dove è partita?

"Mi sono imbarcata dall’aeroporto di Bologna, destinazione Madrid. Da lì in pullman ho raggiunto Astorga e poi a piedi fino a Santiago".

Quale equipaggiamento aveva?

"Avevo un kit di pronto soccorso da viaggio e lo zaino da 40 litri, pesava 10 kg. Al suo interno avevo qualche indumento di ricambio e i sandali".

Quanto è durato il viaggio?

"Dieci giorni, dal 13 al 23 agosto".

È stato faticoso?

"Sì, ma arrivata a Santiago non ho più sentito la stanchezza. Addirittura a circa 7 km di distanza da plaza dell’Obradoiro, la piazza della cattedrale di Santiago, intravedendola in tutta la sua maestosità, è scomparso il male. Mi sono detta ’ci sei quasi’".

Si è ferita durante il viaggio?

"Sì, pur avendo delle scarpe comode, mi sono venute le vesciche ai piedi e ho avuto problemi a un’unghia del piede. Con qualche cura, sono riuscita comunque a proseguire".

Ha mai pensato di interromperlo?

"No, neanche un solo istante. Per me era molto importante arrivare fino in fondo e raggiungere questa meta. Il mio cammino di Santiago tante volte l’ho paragonato al cammino della vita: nel corso della nostra vita ci diamo degli obiettivi da raggiungere e raggiunto il primo, questo diventa il punto di partenza per una nuova tappa".

Ha condiviso il cibo con i pellegrini?

"Sì, in certe occasioni ho condiviso il cibo, soprattutto l’acqua, quando le tappe erano lunghe, faticose, quando si attraversava un bosco o si camminava sotto il sole senza incontrare un bar".

Che emozioni ha provato?

"Mille emozioni: gioia, dolore, timore di non farcela. Era la prima volta che intraprendevo un

viaggio all’estero senza conoscere la lingua".

Ci descrive il luogo che l’ha più emozionata?

"Plaza dell’Obradoiro, dove c’era uno zampognaro che suonava e tanti pellegrini ai piedi della cattedrale. Gente di ogni nazionalità sulla via di Santiago".

È meglio fare il cammino soli o in compagnia?

"Certamente se si fa in compagnia ci si sente più sicuri e si condividono le emozioni".

Pensa di raggiungere qualche altro luogo santo?

"Sì, sto programmando il cammino lungo la via Micaelica verso Mont Sant Michael, in Normandia".

Classe I D