La rabbia dei medici: visite a lume di candela

Da oggi alle 17 l’atto dimostrativo dei dottori che lamentano la troppa burocrazia, i mancati rimborsi e i carichi di lavoro

Migration

Visite a lume di candela dal proprio medico di base. L’iniziativa non va ricompresa in un improvviso romanticismo del medico di famiglia. Al contrario quella dei dottori è una protesta in piena regola a livello nazionale. Oggi dalle 17 spegneranno le luci nei propri ambulatori e faranno le visite solo con la lume della candela. Un modo simbolico per far capire che si è arrivati all’osso, e così non si può andare avanti. Fin dalla pandemia i medici di base hanno lamentato un sovraccarico di compiti, soprattutto burocratici, che ne avevano minato l’operatività, facendo loro passare buona parte della giornata sulle scartoffie anziché a far diagnosi sui propri pazienti. E’ passata la pandemia, lamentano, ma le problematiche sono rimaste le tesse. "Questa manifestazione vuole essere un primo segnale - recita la nota della Fimg, la federazione dei medici di medicina generale -, soprattutto mediatico, dell’inizio di un percorso di protesta per le mancate risposte alla categoria sempre più in difficoltà dal punto di vista dei carichi di lavoro, dell’impegno burocratico e dalla mancanza di ristori economici".

Nella provincia riminese gli aderenti all’iniziativa del sindacato dovrebbero essere un centinaio. Dalle 17 luci spente e candele accese. La protesta è sentita. Oltre al carico burocratico c’è una carenza di figure sul territorio, con la conseguenza che i medici si ritrovano con una quantità di pazienti impensabile solo qualche anno fa. A dirlo è anche l’ultimo report del Sole 24 Ore che piazza la provincia riminese al 71esimo posti per rapporto tra numero di dottori di base e abitanti. "Quello di oggi è un primo segnale perché, con il senso di responsabilità verso i cittadini che contraddistingue la Fimmg, si vogliono lasciare aperti dei canali di confronto con le regioni ed il governo che al momento appaiono percorribili. È ovvio che in caso di mancate risposte nei provvedimenti economici attualmente in discussione in parlamento e di ulteriore ritardo nell’approvazione dell’atto d’indirizzo per il rinnovo contrattuale 2019-2021, si passerà a breve a forme di protesta più radicali".