La Soprintendenza boccia gli impianti eolici

Parere negativo per ’Badia del vento’: "Stravolgerebbe il paesaggio della Valmarecchia". In bilico anche gli altri progetti proposti

La Soprintendenza boccia gli impianti eolici

La Soprintendenza boccia gli impianti eolici

"Parere negativo" dalla Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo al progetto del parco eolico ’Badia del vento’: rischia di avere un impatto pesantissimo sull’alta Valmarecchia. Una bocciatura netta, con cui l’ente vuole tutelare il paesaggio della vallata. Il parere è già arrivato sui tavoli del ministero della Cultura e della Regione Toscana. ’Badia del vento’, progetto proposto dalla Fera srl, è in fase di procedimento autorizzativo. Il nuovo parco eolico dovrebbe sorgere sul crinale al confine dell’alta Valmarecchia, con 7 aerogeneratori posti nel territorio di Badia Tebalda. La potenza dell’impianto si aggirerebbe sui 25 Megawatt. Ma la Soprintendenza ritiene il progetto "non compatibile con il contesto di pregio dell’intera zona dell’alta Valtiberina, come riconosciuto dal piano paesaggistico della Regione Toscana". Inoltre il progetto risulta "non conforme al quadro delle tutele paesaggistiche sancite dal Piano".

Nel parere della Soprintendenza rientrano anche altri progetti di impianti eolici previsti in zona, giudicati "estremamente impattanti", come quello a Poggio Tre Vescovi, a Passo di Frassineto e il limitrofo Badia Wind. Impianti che con ’Badia del vento’ creerebbero "una barriera visiva sul crinale fra l’Emilia Romagna e la Toscana, percepibile a distanza di notevoli chilometri". Il progetto è "sproporzionato rispetto al contesto paesaggistico", perché prevede "l’introduzione di pale alte 180 metri". La Regione Toscana ha convocato per il 10 ottobre un tavolo con gli enti interessati, fra cui il Comune di Casteldelci, la Provincia di Rimini e l’Unione dei Comuni della Valmarecchia. Al progetto ’Badia del vento’ si opponeva da mesi il comitato ’Crinali bene comune’: "Il ’no’ della Soprintendenza è un primo passo, aspettiamo ora l’esito della conferenza dei servizi (che riunisce tutti gli enti competenti). Chiediamo la verifica dei documenti presentati da Fera e che gli enti preposti, nella valutazione di impatto sul territorio, tengano conto dell’effetto cumulativo degli impianti. Il problema non è solo paesaggistico ma pure ambientale, con l’abbattimento dei boschi che assorbono anidride carbonica". Preoccupazioni anche per i "rischi idrogeologici" dovuti ai lavori sul crinale. Soddisfatto Massimo Bottini di Italia Nostra: "Dopo tanto silenzio, sentito anche nel contesto romagnolo, la Soprintendenza riconosce il territorio come bene comune straordinario, strategico, in grado di mobilitare l’interesse delle persone. Oggi ci rendiamo conto di quanto conta il paesaggio per le comunità".

Andrea G. Cammarata