"Litigavano, litigavano spesso. E lui l’aveva picchiata più volte, anche quando lei era incinta. Ma mai avremmo pensato che Simone sarebbe arrivato a compiere un simile gesto...". I residenti di via Rastelli ancora stentano a crederci, a quello che è successo. Anche se i problemi della coppia erano noti a tutti lì, in quella via a due passi da Bellariva. Tra i vicini c’è anche un collega di Simone Vultaggio. Entrambi lavorano alla Colombini mobili a San Marino. La sua casa, dove vive con tutta la famiglia, si trova proprio accanto all’appartamento dove ieri mattina si è consumata la tragedia.
"Simone aveva iniziato a cercare casa, e gli aveva parlato di quest’appartamento che si era liberato qui vicino a me... – racconta il collega di lavoro – Così era venuto a vivere qui anche lui, alcuni anni fa". Cristina "è arrivata qui un anno e mezzo fa. Hanno cominciato a convivere quasi subito, dopo essersi conosciuti". Simone e Cristina si erano conosciuti "su Facebook, attraverso un’applicazione per fare nuovi incontri". "Litigavano molto spesso, noi li sentivamo – raccontano ancora i vicini – E lui sicuramente picchiava lei, anche se Cristina a noi non ha mai voluto dire nulla". Ma le aggressioni, secondo i vicini, erano frequenti. E per questo la ragazza aveva deciso di troncare la relazione e tornare a Roma con il figlio avuto da Simone. Era stata a Roma un paio di mesi, ma poi lui l’aveva convinta a tornare a Rimini per un periodo.
Ieri, "sentita Cristina che gridava aiuto, aiuto, siamo corsi subito fuori. "Abbiamo suonato, ma lui non apriva la porta. Il proprietario di casa ha provato a entrare arrampicandosi verso la finestra, ma non ce l’ha fatta". Hanno subito chiamato la polizia, ma era troppo tardi. Cristina era già morta. "Vultaggio era una persona aggressiva – dicono ancora alcuni vicini – Aveva il porto d’armi e fino a poco tempo fa deteneva delle pistole". I vicini ne sono certi: ieri "Cristina ha detto a Simone che lo lasciava e tornava a Roma col figlio, e lui ha reagito così".