Liberazione, pugno alzato e caos: "Costruiamo una pace duratura"

La vicesindaca Chiara Bellini conclude il discorso in piazza Cavour con il braccio sinistro al cielo. Il consigliere Rufo Spina: "Una vergogna". La senatrice Spinelli (Fdi): "Campagna elettorale contro il governo".

Liberazione, pugno alzato e caos: "Costruiamo una pace duratura"

Liberazione, pugno alzato e caos: "Costruiamo una pace duratura"

"Il 25 aprile ha senso se questo diventa un impegno chiaro per il futuro. La destra in questo paese ha vinto perché abbiamo disatteso i presupposti della nostra Costituzione. Abbiamo fatto distinzione di ceto sociale, di

genere, di appartenenza religiosa, di origini geografiche e il risultato sono quelle disparità sociali che abbiamo sotto gli occhi di tutti". Questo un piccolo stralcio del discorso della vicesindaca Chiara Bellini ieri, in una gremita piazza Cavour, per il 79° anniversario della liberazione dall’occupazione nazista e dal fascismo. Nonostante il freddo e la leggera pioggia, la parte finale del discorso ha riscaldato i presenti: "A partire da questo 25 aprile, dobbiamo fare tutto il possibile per garantire tutte le opportunità che possiamo attivare per livellare quello squilibrio sociale che ha ammazzato questo paese. E attivare politiche internazionali in grado di costruire una pace duratura. Perché noi non abbiamo la pretesa di cambiare il mondo, noi abbiamo il dovere di cambiare il mondo. Viva la Resistenza. Viva la libertà". Così ha concluso il suo intervento la vicesindaca, con il braccio sinistro alzato e il pugno chiuso. Gesto che non è passato inosservato e ha scatenato l’indignazione del consigliere comunale Carlo Rufo Spina (FdI): "Pensavo di partecipare ad una festa nazionale, invece si è rivelato uno squallido comizio politico di partito contro il governo e contro le sue politiche, concludendo il tutto con un vergognoso pugno chiuso comunista – ha detto in una nota – attendo le sue scuse o, in caso contrario, le sue immediate dimissioni". La vicesindaca Bellini sulla liberazione si era espressa con questi toni: "Parliamo di liberazione da quel fascismo che aveva denunciato un secolo fa Giacomo Matteotti, barbaramente ucciso su mandato di Benito Mussolini. Quel Matteotti a cui il governo Meloni non ha riconosciuto alcuna celebrazione ufficiale di sua iniziativa, sebbene In 4 mesi siano usciti 22 libri su di lui, unitamente a tantissime iniziative spontanee da parte di enti locali e associazioni. Oggi abbiamo un governo che censura, che aumenta le discrepanze sociali, che toglie i diritti. È proprio di questi giorni l’ennesimo emendamento che vuole le associazioni antiabortiste nei consultori". Parole a cui risponde la senatrice di Fratelli d’Italia Domenica Spinelli ieri a Roma per la solidarietà alla comunità ebraica: "Ha trasformato un momento istituzionale in un momento di campagna elettorale per attaccare il governo. Il rispetto per le istituzioni lo si invoca solo quando ci sono i governi amici".

Non poteva mancare dunque una nota polemica al termine di una cerimonia partita alle ore 10, dal monumento della resistenza nel Parco Cervi, dove si sono ritrovate le autorità, tra cui la prefetta Rosa Maria Padovano, le delegazioni partigiane, combattentistiche e d’Arma, gli studenti e tantissimi cittadini, per la consueta posa della corona. Un corteo che è giunto fino in piazza Cavour, dove si è congiunto con i tanti cittadini che hanno partecipato a “Rimininbici”, la pedalata ecologica organizzata dal Dopolavoro ferroviario e dalle Guardie Ecologiche Volontarie, partita dal piazzale cinema Settebello, in via Roma. Oltre alla vicesindaca, in piazza Cavour ha preso la parola la presidente di Anpi di Rimini, Silvia Zoli per l’orazione celebrativa. Nel pomeriggio, a cura di Anpi Rimini, la deposizione di fiori alle targhe di vie e piazze dedicate a partigiani e antifascisti. Luoghi cittadini intitolati alle donne e agli uomini della Resistenza.