L’incubo del caro affitti. Le famiglie chiedono aiuto

Sono 340 quelle che si sono rivolte al Comune per pagare il canone. Gianfreda: "Già investiti 350mila euro, ma vanno cambiate le leggi" .

L’incubo del caro affitti. Le famiglie chiedono aiuto

L’incubo del caro affitti. Le famiglie chiedono aiuto

A Rimini i prezzi degli affitti ad aprile sono diminuiti mediamente dell’11,2%, stando alle statistiche, anche se rimangono abbondantemente sopra la media nazionale. A mettere in guardia dalle illusioni è lo stesso assessore alle politiche sociali Kristian Gianfreda presentando altri dati. Se da un lato i prezzi diminuiscono dall’altra restano alti e questo pesa sull’economia delle famiglie riminesi. "Mai come negli ultimi mesi, ad esempio, il Comune di Rimini ha erogato un numero così elevato di contributi sociali all’affitto per le famiglie in difficoltà con la locazione. Si tratta di cifre record che dimostrano nei fatti il collegamento tra i due elementi. Dal 2023 ad oggi, parliamo di 340 interventi per circa 350mila euro. È chiaro che in prospettiva il problema non si risolve con la soluzione dei contributi, ancorché molto corposi. La soluzione non può che essere strutturale". Si tratta di una delle conseguenza del mercato affitti che ormai nel riminese è fortemente sbilanciato sugli affitti brevi. Più facile e meno rischioso affittare a turisti rispetto a famiglie che sempre più spesso fanno fatica a far fronte alle cifre dei canoni richiesti. Inoltre gli alti valori dei canoni a lungo termine che si trovano in città dipendono dalla scarsità di offerta. Ha dunque ragione l’assessore quando parla di cambiamenti strutturali necessari per cambiare la situazione. "Il Comune di Rimini, dall’autunno del 2023, ha lanciato il suo Piano Casa Integrato. Tra le diverse azioni ce ne è una particolare: si chiede alla comunità riminese una disponibilità, ‘premiata’ con robusti incentivi e agevolazioni erogate dal pubblico, a connettere la domanda di casa con la proprietà privata degli alloggi. Ci sono già diversi contratti stipulati tra privati e soprattutto famiglie numerose che vivono in città". Tuttavia "i Comuni che cercano soluzioni al problema spesso hanno l’impressione di dover svuotare l’oceano con un cucchiaio. Noi non ci arrendiamo. Dobbiamo insistere e non allargare le braccia. Poi dovrebbe venire il resto e cioè una legislazione che dovrebbe meglio favorire, incentivandoli, i contratti a lungo termine. Chiudo con una domanda: se i circa 200 miliardi di euro del 110 superbonus fossero stati usati per un radicale programma di edilizia popolare su tutto il territorio italiano non sarebbe stato più utile?".

Andrea Oliva