
Prezzi degli alimentari alle stelle
I prezzi continuano a galoppare e Rimini si conferma la città più cara della Regione, con buona pace delle famiglie e delle imprese sempre più strangolate dalla morsa dei rincari. A rivelarlo è l’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna, che ha recentemente pubblicato un’analisi sull’andamento dell’inflazione in provincia di Rimini, basata sui dati Istat. Nel confronto con le altre province emiliano-romagnole, nella classifica decrescente, Rimini si colloca al primo posto sia per ciò che riguarda la variazione media tendenziale gennaio-agosto sia con riferimento alla variazione annua nel solo mese di agosto.
Mese di agosto che evidenziato un’inflazione relativamente alta, che si colloca sopra la media regionale e nazionale. Nel periodo da gennaio ad agosto, la dinamica dei prezzi ha mostrato segnali di crescita, con una variazione media dell’indice dei prezzi al consumo del 1,6%, rispetto al +0,9% registrato in Emilia-Romagna e a livello nazionale. Nel primo semestre dell’anno, l’aumento dei prezzi ha mostrato una crescita inizialmente sostenuta, toccando il picco del 2,5% a marzo, per poi scendere progressivamente fino a giugno.
Tuttavia, luglio ha riportato un’impennata al 2,1%, seguita da un ulteriore rallentamento a agosto, con un aumento del + 1,7% (superiore al dato regionale e nazionale, che è di +1,1%). Questo andamento rende la provincia di Rimini la più cara dell’Emilia-Romagna, sia in termini di variazione media tendenziale sia per il mese di agosto. L’analisi ha messo in evidenza i settori con maggiori incrementi. L’istruzione ha visto un aumento del 4%, seguita da servizi sanitari e spese per la salute (+3,8%) e trasporti (+3,1%). Anche il comparto della ricettività e ristorazione ha registrato un incremento significativo (+2,7%). Al contrario, i capitoli legati alle comunicazioni e ai beni energetici hanno visto una riduzione, rispettivamente del 6,7% e del 6,6%, a causa di una diminuzione dei prezzi dell’energia, scesi del 18%.
A livello nazionale, l’inflazione ha mostrato un rallentamento, scendendo a +1,1% in agosto, principalmente a causa della flessione dei prezzi nel settore energetico. Tuttavia, le tensioni nei servizi, in particolare nel settore del trasporto aereo, hanno contribuito a mantenere alta l’inflazione di fondo, che si attesta al 1,9%. L’inflazione acquisita per il 2024 è stimata al +2,2%, il che suggerisce che, se la tendenza attuale si mantenesse, i consumatori dovrebbero prepararsi a ulteriori incrementi nei prezzi. Per la Camera di commercio, questo scenario potrebbe influenzare le scelte di spesa delle famiglie e le strategie economiche delle imprese locali.