Marisa Marangoni morta dopo l’operazione. Primario a processo

Dovrà rispondere di omicidio colposo. La difesa: "Siamo fiduciosi sull’esito del giudizio che scagionerà il medico"

Una donna è morta dopo un intervento

Una donna è morta dopo un intervento

Riccione, 20 febbraio 2020 - E’ morta dopo un intervento chirurgico, a 71 anni. E adesso per quel decesso, avvenuto il primo settembre di tre anni fa, all’ospedale Ceccarini di Riccione, dovrà risponderne davanti ai giudici l’attuale direttore del reparto di chirurgia dell’ospedale di Rimini, Santarcangelo e Novafeltria. Così ha deciso ieri mattina il giudice per le udienze preliminari, Vinicio Cantarini che lo ha rinviato a giudizio per omicidio colposo per colpa medica  (difeso dagli avvocati Gianluca Brugioni e Matteo Zucconi). 

Il processo inizierà il prossimo 15 settembre: si sono costituite parte civile le figlie della vittima e l’ex compagno. "Siamo fiduciosi dell’esito del processo – ha subito dichiarato l’avvocato Brugioni– fin dalla prima udienza chiederemo che venga nominata una consulenza tecnica che sarà dirimente per dimostrare che il comportamento tenuto dal nostro cliente è stato professionale e quanto mai corretto. La morte della paziente non è di certo imputabile a lui mentre le cause del decesso sono multifattoriali".

La vicenda aveva avuto inizio il primo settembre del 2017 quando Marisa Marangoni, 71 anni, veniva sottoposta ad un delicato intervento chirurgico all’ospedale di Riccione per la rimozione di una grande massa tumorale. L’operazione sembrava essere riuscita perfettamente nonostante la complessità, ma poco dopo le condizioni della paziente peggioravano. Ad accorgersene subito era stata un’anestesista che aveva richiamato l’attenzione del chirurgo, proprio alla luce dell’improvvisa degenerazione dello status post operatorio della signora Marangoni.

Stando alla relazione fatta in Procura dalla stessa Ausl Romagna, ci sarebbe stato un alterco tra i due medici e successivamente la paziente sarebbe stata sottoposta anche ad un’ecografia che non avrebbe evidenziato emorragie acute in corso. Secondo, invece, il quadro accusatorio (perito del pm la dottoressa Fedeli) ci sarebbe stato in atto un’emorragia acuta che avrebbe suggerito un nuovo intervento. Di tutt’altro avviso i periti di parte della difesa (dottori Balli e Michelotti): "La morte è stata provocata da altre cause". Ora sarà il processo a stabilire la ’verità’.