"Niente multe ai nostri figli che giocano"

Lo sfogo di una madre, Silvia Baccolini: "I ragazzi sono solo colpevoli di stare all’aperto e di divertirsi con un frisbee"

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"Ai nostri ragazzi hanno tolto la scuola e i luoghi di aggregazione... Lasciate che almeno giochino e si divertano, soprattutto se non danno fastidio a nessuno e non causano assembramenti e rischi di contagio". Lo sfogo è di Silvia Baccolini, madre di tre ragazzi tra i 14 e i 17 anni, dopo quello che è accaduto mercoledì a due di loro. Una vicenda simile a quella raccontata da Paola, madre di uno dei dodicenni che domenica scorsa erano stati redarguiti dai carabinieri, dopo essere stati sorpresi a giocare a calcio insieme in un campetto della Valconca.

Stavolta i ragazzi non inseguivano un pallone, ma un frisbee sulla spiaggia di Rimini. "Mercoledì – racconta Silvia – era una bella giornata di sole e così al pomeriggio i miei figli gemelli, un maschio e una femmina di 14 anni che frequentano la prima liceo, hanno deciso di uscire e andare al mare con un paio di amici". I ragazzini sono arrivati sulla spiaggia di Marina centro intorno alle 17,30 "e hanno iniziato a giocare a frisbee al bagno 41, indossando le mascherine e tenendo le distanze tra loro". Fino a quando "non arriva un uomo, tutto vestito di nero come un carabiniere e con il giubbotto antiproiettile anche se non si è qualificato come tale, che intima loro di smettere immediatamente di giocare perché è vietato e perché il frisbee può veicolare il contagio del virus...". Lì vicino c’era una macchina dei carabinieri, "ma i miei figli – assicura Silvia – dicono che questa persona non si è presentata come tale".

I quattro ragazzinï si sono opposti facendo notare che "non stavano facendo nulla di male, ma lui ha continuato. E ha detto loro che se non avessero interrotto subito quello che stavano facendo, avrebbero beccato la sanzione di 400 euro".

La faccenda si è chiusa lì, ma a casa poi i ragazzi hanno raccontato quello che è successo e per Silvia Baccolini si è trattato "di un gesto profondamente sbagliato. Non si spaventano in questo modo dei ragazzini di 14 anni, tanto più che in spiaggia in quel momento era pieno di gente che faceva sport, camminava o si allenava nella palestre sul lungomare". La madre dei due ragazzi sa bene che "ci sono regole da rispettare, e i miei figli, pur non facendo in quel momento nulla di male, hanno infranto le regole. Ma occorre anche avere un minimo di comprensione per questi ragazzi che da oltre un anno, a causa della pandemia, con la chiusura della scuola e degli altri luoghi d socializzazione stanno soffrendo più di altri. Certi comportamenti non hanno nulla a che vedere con la democrazia". Per la madre dei due ragazzi "uno Stato che per far rispettare le leggi si avvale di delatori, spie e ‘sceriffi’, come l’uomo che mercoledì voleva sanzionare i miei figli, non è uno stato democratico".