ALESSANDRA NANNI
Cronaca

Omicidio Rimini, l'assassino confessa: "Non lo sopportavo più"

Dopo ore di interrogatorio il giovane peruviano crolla e ammette di avere accoltellato l’amico con cui divideva l’appartamento

L’appartamento di via Lussemburgo dove è avvenuto il delitto; la vittima

L’appartamento di via Lussemburgo dove è avvenuto il delitto; la vittima

Rimini, 30 maggio 2021 - Quando i vicini si sono trovati di fronte al giovane disperato che aveva appena trovato il suo coinquilino sgozzato, non immaginavano di stare parlando proprio con l’assassino. Marcos Antonio Quispe Luyo, 31 anni, peruviano, è crollato ieri pomeriggio davanti al pubblico ministero, Luca Bertuzzi, e ai carabinieri del Nucleo investigativo. Un’indagine lampo, quella che ha portato all’arresto dell’omicida di Leonardo Yoel Vinces Ballena, 35, anche lui peruviano, massacrato con un coltellata alla giugulare e due alla schiena. Il motivo? Non si sopportavano più.

L’appartamento di via Lussemburgo dove è avvenuto il delitto; la vittima
L’appartamento di via Lussemburgo dove è avvenuto il delitto; la vittima

Per questa è ormai troppo tardi, il medico non può fare altro che confermare la morte di un uomo massacrato a coltellate. A quel punto arriva anche il magistrato, e l’indagine comincia dall’interno. Vale a dire da Marcus. Il quale racconta che quella sera erano usciti ognuno per conto proprio, e lui era stato l’ultimo a rientrare. L’ appartamento si riduce tutto a un’unica stanza e al bagno, e appena era entrato l’aveva visto: a terra, in mutande, pieno zeppo di sangue. Non sa niente di più, e non ha idea di chi l’abbia ammazzato.

Migration

Gli investigatori, coordinati dal pm, fin da subito non sembrano troppo convinti di quella versione, anche se il ragazzo non ha addosso nemmeno una goccia di sangue. I militari della Scientifica rovesciano la casa come un calzino, e poi vanno dritti alle telecamere della zona. Quindi sentono i vicini, nessuno dei quali sembra avere sentito nulla, nemmeno quelli che abitano al piano di sopra. Per chi conosce Marcus è solo "un bravo ragazzo" che lavora a San Marino, in un’azienda di cibo per animali. Vive lì da oltre due anni e non ha mai dato problemi, mentre l’altro, la vittima, era arrivato qualche mese fa, ma si faceva vedere poco o nulla. Gli inquirenti cercano quindi di ricostruire minuto per minuto la notte di venerdì, dove sono andati i due e cosa hanno fatto. Marcus viene portato in caserma per essere sentito, ma con il passare del tempo sembra perdere sicurezza. Gli investigatori sono praticamente certi di trovarsi di fronte all’assassino. Tutt’altro che un duro, però, e lo dimostra il fatto che nel tardo pomeriggio crolla e confessa l’omicidio di Leonardo. Non andavano d’accordo, avrebbe detto, caratteri incompatibili i loro. Gli aveva chiesto di andarsene, ma l’altro non ci sentiva. Quando venerdì notte è rientrato aveva bevuto, e anche Leonardo. Hanno ricominciato a litigare, non rammenta chi ha preso il coltello per primo, nè quanti fendenti ha vibrato. Poi si è lavato dal sangue, ed è corso fuori fingendo di averlo appena trovato.