Omicidio Rimini, il corpo di Cristina Peroni straziato da 50 coltellate

Gli esiti dell’autopsia sulla vittima della brutale aggressione: resta in carcere il compagno Simone Bendetto Vultaggio

Rimini, 30 giugno 2022 - Una cinquantina di coltellate al capo, al collo e alle braccia, inclusa quella che le ha lacerato la carotide. Cinquanta fendenti, vibrati con un coltello da filetto, che si aggiungono ai 17 colpi di mattarello con cui, stando alle ricostruzioni, sarebbe cominciata l’aggressione. Sono 67, in tutto, le ferite e le lacerazioni ritrovate sul corpo di Cristina Peroni, 32 anni, vittima del femminicidio consumatosi sabato scorso in via Rastelli. È quanto emerge dall’autopsia disposta dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Luca Bertuzzi, e affidata alla dottoressa Loredana Buscemi, specialista in medicina legale degli ’Ospedali Riuniti’ di Ancona.

Cristina Peroni, massacrata senza pietà
Cristina Peroni, massacrata senza pietà

Risultati, quelli dell’esame autoptico, che permettono di comprendere con una chiarezza disarmante la brutalità di Simone Benedetto Vultaggio, 47 anni, accusato dell’omicidio della compagna, massacrata dopo l’ennesimo litigio. Ieri il gip Raffaella Ceccarelli ha convalidato l’arresto dell’uomo, che resta così in carcere ai ‘Casetti’, dopo l’interrogatorio di garanzia svoltosi nella giornata di martedì. Nella sua ordinanza, il giudice parla di "efferratezza" e di "estrema crudeltà": elementi desumibili non solo dal numero di colpi inferti alla vittima, ma anche dall’utilizzo di armi diverse tra loro come mattarello e coltello, quest’ultimo ritrovato ancora sporco di sangue nel lavandino della cucina dagli agenti della Squadra mobile, accorsi sul posto dopo essere stati allertati dai vicini di casa.

Il volto insanguinato di Simone Benedetto Vultaggio
Il volto insanguinato di Simone Benedetto Vultaggio

Una escalation di violenza

Il rapporto tra Simone e Cristina, sarebbe stato caratterizzato da "una escalation di violenza" culminata nell’omicidio di via Rastelli, ma che è frutto di "un atteggiamento prevaricatore" da parte del 47enne, il quale più volte – stando alla ricostruzione fatta fino a questo punto dagli inquirenti – aveva già aggredito, verbalmente e forse anche fisicamente, la compagna. Vultaggio, nel corso dell’interrogatorio, ha rimarcato più volte come la sua storia con Cristina fosse diventata molto problematica. I litigi, ha spiegato, erano all’ordine del giorno, tanto che la donna – dopo essersi già allontanata da lui una prima volta, tornando per alcuni mesi a vivere dai genitori a Roma – sembrava pronta a troncare del tutto ogni rapporto, portando con sé il figlioletto di cinque mesi. Una decisione, quest’ultima, che non sarebbe andata giù al 47enne, il quale dal canto suo ha detto di non ricordare nulla del momento in cui ha commesso il delitto. Un’amnesia, secondo la sua versione, determinata dai farmaci per curare l’insonnia. I funerali di Cristina si terranno domani alle 16 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli di Mentana (in provincia di Roma).