Omicidio, cuoco indagato Ma niente estradizione

Un peruviano di 48 anni era ricercato per un delitto commesso nel 1995. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta del paese sudamericano

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Il suo paese natale lo accusa di essere l’autore del brutale omicidio di una ragazza, assassinata a colpi di pistola nel 1995 nei sobborghi di Lima, tanto da arrivare a presentare più volte una richiesta di estradizione processuale nei suoi confronti. Lui, un peruviano di 48 anni trapiantato da una vita a Rimini dove lavora come cuoco e dove ha messo su famiglia diventando padre di sette figli, ha sempre affermato di non essere un assassino e di non aver impugnato lui l’arma da fuoco che ha freddato la ragazza. Da tempo la giustizia peruviana è impegnata in un estenuante braccio di ferro con quella italiana. Martedì scorso la terza sezione penale della Corte d’Appello di Bologna ha messo però la parola fine ad un tira e molla che va avanti da diversi anni. I giudici bolognesi, accogliendo le eccezioni e le memorie difensive del legale di fiducia del peruviano, l’avvocato Enrico Graziosi, hanno infatti ritenuto insussistenti le condizioni per l’estradizione e pertanto respinto la richiesta arrivata da Lima.

Tutto comincia, come già detto, nel 1995, quando nel ‘barrio’ peruviano si consuma l’efferato delitto. La ragazza uccisa, si scopre, è la figlia di un piccolo capo della malavita locale. Scattano subito le ricerche del colpevole. A dargli la caccia però non sono solamente le forze dell’ordine, ma gli stessi abitanti del quartiere, intenzionati a farsi giustizia da soli in maniera sommaria, come spesso avviene in certi ambienti. I sospetti ricadono sul protagonista di questa storia, all’epoca appena 21enne. Il ragazzo non vive da quelle parti, ma ogni weekend torna a casa della madre che abita nella zona. Nel frattempo un altro giovane, sospettato di essere coinvolto nell’omicidio, viene ritrovato senza vita dopo essere stato brutalmente trucidato. Capita l’aria che tira, il 21enne decide di fare armi e bagagli e di trasferirsi oltre oceano. A Rimini trova impiego come cuoco e per molto tempo la sua vita fila via tranquilla e senza scossoni. Fino a quando, nel 2018, non viene fermato per un controllo dalla polizia ferroviaria. Gli agenti, scoperto che su di lui pende un mandato di cattura internazionale, decidono di arrestarlo. Viene scarcerato pochi giorni dopo, su disposizione della Corte d’Appello di Bologna, a seguito della memoria difensiva presentata dall’avvocato Graziosi. Da quel momento in poi si mette però in moto l’iter per l’estradizione. Iter che si è concluso definitivamente martedì, con il ‘no’ dei giudici alla richiesta del governo peruviano. Le eccezzioni sollevate dall’avvocato del cuoco riguardavano in particolar modo la prescrittibilità dell’azione penale e la qualificazione corretta, da un punto di vista giuridico, dell’omicidio contestato al suo cliente.

Lorenzo Muccioli