Ordinanze sul divieto di balneazione, parte il processo: tra gli imputati c’è il sindaco

Renata Tosi si dice serena e sicura di poter dimostrare buona fede e respingere le accuse

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Si è aperto ieri davanti ai giudici del Collegio di Rimini il processo per le mancate o ritardate ordinanze temporanee di divieto di balneazione riferite alle stagioni estive 2015 e 2016. Tra gli imputati figura anche il sindaco di Riccione Renata Tosi, difesa dagli avvocati Cesare e Roberto Brancaleoni. Deve rispondere di abuso d’ufficio e rifiuto d’atti di ufficio. La prima cittadina si dice serena e sicura di poter dimostrare la propria buona fede in tribunale, respingendo le accuse a suo carico. Ha sempre affermato di aver agito nell’interesse esclusivo della cittadinanza riccionese. I fatti risalgono al 2015 e al 2016, anni in cui si verificarono diversi sversamenti in mare e questo portò a superare la soglia di enterococchi ed escherichia coli, facendo scattare i divieti di balneazione. In alcuni casi, tuttavia, secondo la ricostruzione degli inquirenti, i cartelli di divieto non sarebbero stati posizionati. Il sindaco e i suoi legali sostengono che le ordinanze furono regolamente firmate, e che vi furono disguidi o ritardi nel posizionamento dei cartelli a causa di intoppi nella complessa catena di comando. Insieme alla Tosi a processo ci sono anche l’ex assessore Susanna Vicarelli, l’ex comandante della Polizia locale Pier Paolo Marullo, l’ex dirigente Ausl Francesco Toni.