Mistero senza fine

Stefano Muccioli

Stefano Muccioli

Rimini, 3 agosto 2014 - Dopo dieci anni e due condanne, la morte di Marco Pantani resta ancora avvolta nei dubbi. E non solo perché la Procura di Rimini ha aperto un nuovo fascicolo per omicidio. Da tempo avvocati, periti e giornalisti di tutto il mondo stanno mettendo in discussione un’inchiesta lampo che ha imboccato sin dall’inizio una direzione ben precisa: quella dell’overdose.

Mamma Tonina, invece, ha sempre raccontato la sua verità: «Me lo hanno ucciso». Ma per battere questa pista serviva qualcosa di più delle certezze di una madre. La svolta è arrivata quando un pool di legali ed esperti ha messo in fila i buchi neri emersi nelle indagini e li ha trasformati in un nuova ricostruzione dei fatti. Il Pirata sarebbe ammazzato da assassini che lo hanno costretto a bere acqua e cocaina dopo essere entrati nella sua camera da un ingresso secondario sconosciuto agli inquirenti.

Ipotesi credibile? Difficile dirlo. Non sono emerse nuove prove o testimonianze. E manca ancora un solido movente. Ma è uno scenario che gode del favore popolare: in tanti sono certi che Pantani, campione scomodo e amatissimo, è stato ammazzato. Spesso è solo la morte a darci la reale dimensione di un personaggio. E quella del Pirata, come è già successo per per Marilyn Monroe, John Kennedy e Pier Paolo Pasolini, è destinata ad alimentare dubbi e misteri infiniti.