"Per otto mesi ho assediato l’Isola delle Rose"

Giovanni Costagliola era uno dei carabinieri navali che nel 1968 doveva tenere alla larga dalla piattaforma turisti e curiosi

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di Manuel Spadazzi

Sarebbe stato bello poterlo vedere al cinema. Per ora bisognerà accontentarsi di vedere L’incredibile storia dell’Isola delle Rose su Netflix. Debutterà domani sulla piattaforma il film diretto da Sidney Sibilia e prodotto da Matteo Rovere e Netflix. A interpretare nella pellicola l’ingegnere Giorgio Rosa, il visionario fondatore del micro-stato nato al largo di Rimini nella primavera del 1968, è Elio Germano. Nel cast del film anche Luca Zingaretti, Fabrizio Bentivoglio, Matilda De Angelis e Leonardo Lidi, che ha preso lezioni da sub proprio a Rimini con i ragazzi del Dive planet, che undici anni fa trovarono i resti dei piloni dell’Isola delle Rose.

Molti dei protagonisti di quella straordinaria avventura, a partire dallo stesso Rosa, non ci sono più. L’ingegnere, che all’epoda si autoproclamò il presidente del "libero Stato" fondato sulla piattaforma in mare, è scomparso nel marzo 2017. Tra i testimoni dell’epoca, si ricorda quei giorni come fosse ieri Giovanni Costagliola. Ha compiuto 86 anni domenica scorsa, vive a Trieste e ancora conserva nelle sua casa documenti e foto di quel periodo. "Fu un’esperienza incredibile", racconta Costagliola. Che, all’epoca, era un carabiniere navale in servizio a Trieste. "Ci mandarono a Rimini perché occorreva una delle nostre motovedette, per pattugliare la piattaforma ed evitare che qualcuno vi salisse a bordo. Compreso l’ingegner Rosa, che ogni tanto provava a tornarci sopra".

Costagliola e i suoi colleghi arrivarono a Rimini il 28 giugno del 1968. Rosa aveva proclamato la sua piattaforma "Libero territorio dell’Isola delle Rose" il primo maggio, nominando perfino un governo del micro-stato, formato da familiari e amici. Soltanto a giugno si venne a sapere della proclamazione d’indipendenza. Il 25 giugno il governo italiano fece circondare dai militari l’Isola delle Rose, bloccando l’accesso a tutti. Fino a quel momento la piattaforma, che stata attrezzata con tanto di bar, era stata meta per molti turisti.

I ricordi di Costagliola cominciano da quei giorni. "Il 29 giugno – racconta il carabiniere in pensione – c’era una regata in mare, noi avevamo il compito di presidiare l’Isola delle Rose ed evitare che qualcuno vi salisse sopra. A un certo punto notammo due motoscafi diretti verso la piattaforma. Su uno c’era proprio l’ingegner Rosa, su un altro un giornalista dell’Europeo". Costagliola e gli altri raggiunsero le imbarcazioni. Sull’Isola c’era Pietro Bernardini, l’unico abitante, che Rosa aveva nominato ministro delle Poste. "Bernardini si buttò in acqua per raggiungere così a nuoto il motoscafo...". Rosa fu identificato, insieme ad altri: "Rispose che aveva un appuntamento con Saragat (allora Presidente della Repubblica)". Ci fu un’accesa discussione con Rosa, "durante la quale ho rotto, per sbaglio, una delle bottiglie di Lambrusco che lui aveva portato per brindare".

Non fu il primo incontro ravvicinato con Rosa. Costagliola rimase 8 mesi a Rimini a sorvegliare l’Isola delle Rose. "In pratica siamo rimasti a guardia dell’Isola fino a quando non venne fatta esplodere, nel febbraio 1969. Il nostro compito era fermare i turisti che tentavano di avvicinarsi all’Isola e di salire". Dopo le esplosioni, "fu una grande mareggiata a spazzare via quel che restava dei piloni dell’Isola".