Picchia il figlio "troppo vivace" Indagato un operaio cinese

L’uomo è accusato di aver malmenato il ragazzino di 12 anni mandandolo in pronto soccorso. Si è giustificato spiegando che il piccolo dava problemi in casa e litigava con il fratello

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Un operaio di origine cinese, residente in provincia, è accusato di maltrattamenti nei confronti del figlio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quando il ragazzino aveva dai 9 ai 12 anni, il padre lo avrebbe più volte picchiato fino a mandarlo in pronto soccorso. Stando al racconto dell’uomo, le botte non erano altro che un modo per tenere a bada il figlio, da lui considerato troppo vivace ed irrequieto. Sarà ora il gip a dover decidere se rinviare o meno a giudizio l’operaio cinese, che è difeso dagli avvocati Francesco Pisciotti e Massimiliano Giacumbo.

Ieri mattina si è svolto in tribunale a Rimini l’incidente probatorio. Un’audizione protetta, durante la quale la giovane vittima, con il supporto di un interprete, ha risposto alle domande che gli sono state poste dal magistrato, confermando di fatto di aver subito nel corso del tempo vari episodi di aggressione e violenza, senza però essere in grado di chiarire il motivo. Il piccolo – al momento ospite di una struttura protetta, dove è stato collocato dai servizi sociali – è stato dichiarato in grado di testimoniare e così ieri mattina ha potuto fornire la sua versione dei fatti. I maltrattamenti sarebbero cominciati, stando alla ricostruzione degli inquirenti, subito dopo il trasferimento dalla Cina all’Italia del bambino, proseguendo poi per diverso tempo, fino al compimento del 12esimo anno di età. Secondo quanto riferito dal padre, il piccolo ha un carattere molto difficile e spesso in casa si sarebbe reso protagonista di liti e discussioni con il fratello, tanto da costringere il genitore ad intervenire. Quest’ultimo in varie occasioni non avrebbe però esitato ad usare le maniere forti, mettendo le mani addosso al figlio, tanto da causargli delle lesioni che avrebbero insospettito i medici del pronto soccorso, spingendoli in questo modo a contattare le forze dell’ordine. Proprio i referti medici compilati dal personale dell’ospedale avrebbero indotto le autorità a volerci vedere chiaro, attivando i servizi sociali.

Nei mesi scorsi il ragazzino è stato portato via dalla famiglia e affidato temporaneamente ad una struttura protetta. Il padre del piccolo si è sempre difeso dicendo che quel figlio a confronto degli altri due fratelli era troppo esuberante e non andava d’accordo con gli altri. Le botte in altre parole sarebbero state il suo metodo per convincerlo a tranquillizarsi e stare buono. Spetta ora al giudice del tribunale di Rimini valutare attentamente il racconto reso dal minore e decidere su un eventuale rinvio a giudizio del padre, nei cui confronti è stata formulata l’ipotesi di maltrattamenti in famiglia.

l.m.