"Profughi negli hotel al mare, meglio di no"

La presidente Aia, Parizia Rinaldis: "La Croce Rossa è alla ricerca di una struttura per ospitare una quarantina di migranti"

Migration

di Mario Gradara

"Siamo sommersi da segnalazioni allarmate da parte di nostri associati che ci parlano di ricerca di strutture ricettive in zona turistica per accogliere profughi, da parte di enti che si occupano di migranti". Parla la presidente dell’Associazione albergatori, Patrizia Rinaldis. "Il timore che viene espresso da tanti operatori è che possa ripetersi la situazione negli anni scorsi, quando la folta presenza di migranti negli alberghi della zona mare era motivo di tensioni e anche di partenze anticipate o trasferimenti da parte dei turisti. Il problema è che ci sono molti albergatori, a fronte di una situazione complicata, che si dicono pronti ad affittare le strutture, o a ospitare direttamente i profughi". Il rimborso fissato dal ministero sfiora i trenta euro al giorno per migrante; più di quello che viene fatto pagare ai turisti in parecchie strutture, almeno nei momenti di ’stanca’.

"Sono stato contattato da qualcuno che chiedeva la struttura in affitto, ma ho rifiutato", dice un albergatore di Rimini sud, che chiede l’anonimato. "In genere puntano a vecchi alberghi e pensioni fuori mercato – aggiunge un collega –, ma il punto è che accogliere queste persone durante la stagione estiva, lo abbiamo già visto direttamente, disincentiva molti turisti, che si sentono a loro volta ’ghettizzati’". I sondaggi sulla disponibilità di strutture ricettive sono partiti dopo l’annuncio del nuovo bando di accoglienza per 500 migranti da parte della prefettura (articolo a fianco), che ha evidentemente scatenato gli appetiti di molti. Anche perché le cifre dei rimborsi sono salite da 18 a 24 euro, o da 23 a 29 per i centri più grandi. L’ultimo bando varato dalla prefettura riguardava 1.130 posti letto, risale al gennaio 2018. Prevedeva 35 euro al giorno per migrante. Un numero, quello dei profughi, che è andato progressivamente scemando, fino agli attuali circa 350-360 profughi presenti sul territorio riminese. "Tre anni fa c’erano esigenze diverse – spiega Luciano Marzi, responsabile del Centro servizi Immigrati della Caritas diocesana – ora i profughi sono molto meno, neppure 400, e il numero indicato nel nuovo bando presumo sia a scopo ’cautelativo’, per così dire". Sono undici tra cooperative e associazioni a gestire i migranti sul territorio. "In gran parte vengono ospitati in appartamenti, quindi piccoli numeri – aggiunge Marzi –, con solo due o tre alberghi ancora operativi in questo campo". "Dopo diverse verifiche e confronti – prosegue la Rinaldis – abbiamo appurato, parlando direttamente con il presidente, che la Croce Rossa sta verificando la possibilità di trasferire dalla zona dietro l’aeroporto una quarantina di profughi in zona mare, un albergo di Rivazzurra, tutti in un’unica struttura ricettiva. Ce lo hanno confermato i diretti interessati". "Contiamo sul senso di responsabilità di tutti – prosegue – e siamo certi che la prefettura farà la propria parte per difendere l’economia portante del nostro territorio. Niente contro i profughi, ma non in zona mare".