Pronto soccorso, mancano 37 medici "Impossibile gestire tutti i pazienti"

A Rimini e Riccione le carenze più gravi, ma anche gli altri ospedali non se la passano meglio. L’assessore fa visita all’Infermi: "Situazione insostenibile serve l’aiuto dei dottori di base"

Migration

di Manuel Spadazzi

Non è possibile dover attendere fino a 18 ore (e anche più), prima di essere visitati. La situazione al Pronto soccorso di Rimini sta diventando sempre più grave, a causa della carenza di medici e dell’aumento dei pazienti. E non va meglio a Riccione e negli altri ospedali della provincia. Da due anni il Pronto intervento di Santarcangelo è operativo solo di giorno, dalle 8 alle 20, perché mancano i dottori per tenerlo aperto di notte. A Santarcangelo sono 4 i medici in meno rispetto all’organico previsto, ne mancano 8 tra Cattolica e Novafeltria. Ma le situazioni più gravi sono a Rimini, dove servirebbero 10 medici in più di quelli oggi in servizio, e al ’Ceccarini’ di Riccione, dove ne mancano altrettanti. Considerando anche le assenze tra i medici del 118 (sono 19, 5 in meno dell’organico previsto), mancano almeno 37 dottori nei reparti di emergenza della nostra provincia.

A Rimini si sta facendo fronte alle assenze utilizzando, a turno, i medici di altri reparti dell’Infermi. Ma la situazione non è molto migliorata. Tanto che ieri l’assessore alla sanità Kristian Gianfreda è tornato al Pronto soccorso dell’Infermi per toccare con mano i problemi e i disagi di operatori e pazienti. "Anche noi purtroppo sono arrivate le segnalazioni dei lunghi tempi d’attesa – dice Gianfreda – La carenza dei medici nei Pronto soccorso non riguarda solo Rimini, è un’emergenza nazionale. Ma è anche vero che al Pronto soccorso di Rimini in queste settimane arrivano molti più pazienti, per effetto del turismo". L’assessore si era già confrontato con i vertici Ausl e la Regione, per chiedere un supporto per Rimini. E ora tornerà alla carica, "perché la situazione è diventata molto problematica. Se è vero che il 65% degli accessi è ancora rappresentato da codici bianchi (i casi meno gravi), dobbiamo comunque trovare il modo di gestirli coinvolgendo medici di base, guardie mediche e tutta la rete di assistenza territoriale". Ma non sarà facile, visto che si sono ridotte anche le guardie mediche turistiche quest’anno, sempre per la difficoltà di reperire i camici bianchi.

In trincea anche la sindaca Alice Parma. "Il problema della carenza di medici lo conosciamo bene a Santarcangelo, dove purtroppo il nostro Pronto intervento da 2 anni è aperto solo di giorno per la carenza di sanitari". E allora "bisogna rivedere le regole, abolire il numero chiuso per i corsi di laurea in medicina, e nel frattempo potenziare l’alleanza con la sanità territoriale". Intanto la Regione ha stretto un’intesa con le cliniche private accreditate, per smaltire le liste d’attesa di visite, esami specialistici e interventi chirurgici.