Coronavirus Rimini, la provincia resta in isolamento

Il territorio rimane ‘zona arancione’ fino al 3 maggio. La richiesta di Ausl e sindaci al governatore Bonaccini: "Stringiamo i denti"

Stefano Bonaccini

Stefano Bonaccini

Rimini, 11 aprile 2020 - Rimini dovrà stringere i denti ancora fino al 3 maggio. Le restrizioni speciali per la nostra provincia, così come per quella di Piacenza e per il comune di Medicina, vanno avanti.

Nonostante, fino solo a ieri pomeriggio, sia stata valutata seriamente l’ipotesi di allentare la presa e non considerare più Rimini una delle ‘zone rosse’ (o meglio arancioni) dell’Emilia Romagna. Un’ipotesi ventilata due giorni fa anche dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Ma poi si è deciso di mantenere le restrizioni più rigide per Rimini. La scelta è maturata nel corso di una giornata convulsa, e ha preso corpo nella riunione del tardo pomeriggio convocata dal prefetto Alessandra Camporota con tutti i sindaci del Riminese. Se le posizioni di partenza erano differenti, con Gnassi e altri su una linea più morbida e la Tosi e i sindaci della zona sud su quella dura, alla fine tutti hanno convenuto che non fosse il caso di allentare la stretta, sia per quanto riguarda le aziende sia per i controlli ai varchi con San Marino e le province di Pesaro-Urbino e Forlì-Cesena. A pesare nella scelta finale anche l’orientamento dell’Ausl: il direttore generale Marcello Tonini, con una nuova lettera inviata a Regione e Comuni, ieri ha chiesto di proseguire con le restrizioni per Rimini. E così sarà. «Non è stata una decisione semplice, ma è stata condivisa con il territorio di Rimini – conferma Bonaccini – Andiamo avanti con le restrizioni speciali perché se Rimini ha avuto importanti miglioramenti lo deve a queste limitazioni. Al tempo stesso, però, dopo Pasquetta valuteremo tutti insieme se è possibile concedere deroghe per alcune aziende". Già ieri sera il governatore ha tenuto una riunione in videoconferenza con il prefetto, Gnassi e il presidente della Provincia Riziero Santi per decidere i prossimi passi. Verrà istituito una cabina di regia permanente tra Regione, Prefettura e i Comuni del Riminese per valutare i singoli casi, con la possibilità di far ripartire alcune attività, oltre a quelle (come librerie e negozi per bambini) che potranno riprendere grazie al decreto nazionale annunciato ieri da Conte. «La decisione di mantenere le restrizioni per la nostra provincia – aggiungono Gnassi e la Tosi – è stata condivisa da tutti. Anche perché allentare la presa ora, a ridosso di Pasqua e in vista dei prossimi ponti, poteva diventare rischioso". Si correva il pericolo di avere più gente in giro e quindi un nuovo picco di contagi, pensando che il peggio sia passato. Resta il problema di come affrontare la crisi economica causata dall’emergenza sanitaria. Da Rimini sono state presentate fin qui domande di cassa integrazione in deroga per 5.723 lavoratori, per un totale 902.063 ore. Senza contare tutti gli stagionali del turismo: molti quest’anno rischiano di restare a piedi. La cabina di regia servirà anche a trovare soluzioni per salvare imprese e posti di lavoro. Nel frattempo la Regione ha deciso di stanziare 13 milioni per ridurre il peso dell’Irap sulle imprese. Nel Riminese potranno beneficiarne (attraverso un bando) le aziende dei com uni di Poggio Torriana e Verucchio, dove hanno sede Scm, Focchi e altre importanti realtà.