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"Sassi e fascine di viti: così è nata l’Asar"

L’associazione calcistica compie 50 anni. Da allora migliaia di ragazzi e tanti campioni hanno calpestato i suoi campi

L’Asar di Riccione compie mezzo secolo, un’occasione speciale per sistemare il prezioso archivio fotografico, allestire una mostra e pubblicare un libro. "Si stava lavorando a pieno ritmo, quando il coronavirus ha bloccato tutto a partire dal campionato _ dice il presidente Antonio Culiceto _. Cerchiamo di rimetterci in moto anche con il tesseramento: domenica partirà la Coppa per la prima squadra, il resto è un po’ sospeso". Nel frattempo s’imbastisce la storia di questo mezzo secolo. Racconta Paolo Pozzi dell’Asar: "Tutto cominciò con la Robur, squadra della parrocchia Mater Admirabilis, poi ci fu la possibilità di costruire un campo da calcio e nacque l’attuale società. L’impianto sportivo sorto in un’area Ceschina fu realizzato dai volontari che, scavato e realizzato il campo, posero delle fascine delle viti per drenare il terreno, mentre i sassi venivano riposti in grandi ceste". All’opera contribuirono tanti riccionesi, Da qui l’avvio di tanti tornei giovanili. Tra i protagonisti di allora una schiera di volontari l’allenatore Rodolfo Bacchini, i primi presidenti Venanzio Bezzi, Spartaco Selva e Tiziano Mulazzani, con i dirigenti Adriano Prioli e Frangiotto Fabbri, tanto per citarne alcuni. Migliaia i ragazzi che negli anni hanno fatto riferimento all’Asar, circa 200 quelli che gravitano oggi intorno ai campi di calcio. Qualcno ha fatto carriera come Gianluca Gaudenzi, che ha giocato nel Milan di Sacchi, e Stefano Ceci, che ha militato nel Livorno e nel Riccione. Tanti sono stati gli ospiti illustri dell’Asar, tra i quali Casiraghi, Ravanelli, Bellucci, Vieri, Inzaghi, Marchisio, Giovinco e Marcolin.

Nives Concolino