Schiave dall’alcol: "Ansia e depressione, sempre più donne ci chiedono aiuto"

Vignoli, direttore del Sert: "Problema diffuso anche tra i giovani. Con medici e psicologi proviamo a fare uscire le persone dal tunnel". .

Schiave dall’alcol: "Ansia e depressione, sempre più donne ci chiedono aiuto"

Vignoli, direttore del Sert: "Problema diffuso anche tra i giovani. Con medici e psicologi proviamo a fare uscire le persone dal tunnel". .

In Italia in media ogni giorno muoiono quarantotto persone a causa dell’alcol e quasi 17 mila nell’arco di un anno. Una piaga che di certo non risparmia la provincia di Rimini. "Gli accessi al Sert di Rimini si sono intensificati soprattutto dopo il periodo della pandemia – spiega Teo Vignoli, direttore del servizio per le dipendenze riminese –. L’abuso di alcol è aumentato molto nella fascia femminile, un trend globale che ha investito inesorabilmente anche il nostro territorio". In passato la maggioranza dei bevitori compulsivi era composta da uomini che incorrevano in una vera e propria dipendenza scaturita da un abuso di alcol in contesti di socializzazione, ma ora ci sono anche tante donne. "La maggior parte delle bevitrici si portano dietro situazioni di abusi passati, ansia oppure depressione – continua Vignoli –. Le motivazioni maschili e femminili sono completamente diverse tra di loro, anche se alla fine l’epilogo è sempre il medesimo".

Come sono altre le ragioni che spingono i ragazzi a gettarsi tra le braccia degli alcolici. "Il loro problema è l’incertezza nel futuro, la difficoltà nel trovare delle prospettive di vita – riprende –. Una serie di problematiche che fanno attaccare i ragazzi alla bottiglia e in questi anni si tende ad aggiungere all’alcolico anche cannabinoidi o altre droghe. Si sfocia dunque nell’abuso di più sostanze che aumentano e aggravano la dipendenza". Una piaga che non guarda in faccia a nessuno. "Il trattamento che propone il Sert è interdisciplinare e si avvale dunque di medici, psicologi, assistenti sociali e altri professionisti che lavorano a stretto contatto con il malato per cercare di migliorare la qualità di vita – conclude Vignoli –. Tutti i trattamenti seguono uno step prestabilito, però se alle fine di questi servono altri interventi allora si può optare per le comunità e i ricoveri".

Chi invece propone una terapia senza la presenza di professionisti, ma basata sul dialogo continuo il rapporto con altri malati, è il gruppo degli Alcolisti anonimi. "Ci incontriamo a Rimini e Riccione e parliamo tra di noi, posso assicurare che l’alcol è uno degli argomenti di cui parliamo meno – spiega Fabio, 58 anni, agli Alcolisti anonimi da 16 –. Per noi sono dodici i passi per prendere in mano la dipendenza e cercare di tenerla a bada". Le discussioni principali si basano sul benessere interiore e sulla vita di coloro che partecipano agli incontri. "Ai nostri incontri può venire chiunque – conclude –. Ad esempio in questo momento ci sono molti ragazzi, un parroco, direttori di banca e professionisti. La dipendenza non risparmia nessuno ed è ben presente nel nostro territorio. Il primo passo per riprendere in mano la propria vita è accettare che si ha un problema".

Federico Tommasini