
Sempre più anziani vivono da soli: "Dobbiamo coinvolgerli per aiutarli"
Aumentano gli anziani che vivono soli ed hanno bisogno di aiuto. Ce ne sono 1200 solo a Rimini. Altri 570 non ce l’hanno più fatta e sono in case di riposo. Altri 1.660 cercano di andare avanti nel proprio alloggio ricevendo servizi di assistenza a casa. Poi ci sono i disabili, con difficoltà fisiche o disturbi psichici. Le persone con disabilità o i non autosufficienti sono oltre un migliaio. Sono tanti anche gli stranieri in una condizione di fragilità spesso economica. Solo a Rimini gli stranieri sono 20mila e 34 i minori senza familiari. altri 170 minori sono accolti in strutture socio educative. Numeri che continuano ad aumentare. Realtà che non si può pensare di sostenere con semplici percorsi di assistenza, ammette l’assessore alle Politiche sociali Kristian Gianfreda. Il nuovo progetto del Comune si chiama ‘Gente di Rimini’, e poggia su una considerazione: va superata la logica dell’assistenzialismo ai fragili per passare al concetto di coinvolgimento dell’intera comunità. Nelle prossime settimane verranno fati incontri nei luoghi pubblici come centri di quartiere o per anziani, per presentare il progetto. In seguito verrà data ampia divulgazione a un questionario da compilare per capire dalla comunità in che modo e quali forze mettere in campo per coinvolgere i fragili nella vita di tutti i giorni, dandogli dunque la possibilità di essere partecipi e fornire un contributo, invece che rimanere ai margini della comunità. "Per questo - riprende l’assessore - andremo a coinvolgere le aziende, il mondo imprenditoriale e le associazioni di categoria per cercare di fornire opportunità lavorative ai fragili". Allo stesso modo il coinvolgimento dei privati passa per gli interventi in città così da eliminare le barriere architettoniche. Gli interventi da mettere in campo sono tra i più svariati. Si va dalle opportunità di lavoro per i fragili, accompagnati da personale che creai le migliori condizioni, al portierato di palazzo con chi, magari in pensione, si rende disponibile a creare una rete tra i condomini. Ci sono anche le attività che si svolgono nei centri di quartiere o per anziani, e che possono fuoriuscire da quelle mura. Tutto questo cercando di coinvolgere anche le nuove generazioni nel welfare cittadino.
Andrea Oliva