Coriano (Rimini), 26 giugno 2018 - Il presidente Sergio Mattarella è giunto alle porte della comunità di San Patrignano alle 11. Puntuale è iniziata la visita a partire dal centro medico, guidato dal presidente della comunità, Antonio Tinelli. Il presidente visiterà anche il centro tessitura uno dei 50 centri di forazione interni alla comunità, e il centro minori femminili.
La data scelta per la visita non è causale: cadono infatti i 40 anni della fondazione della Comunità e oggi, 26 giugno, è la Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga. Un momento simbolico per rilanciare la necessità della lotta alle droghe. Pochi giorni fa la stessa San Patrignano aveva presentato i dati relativi agli ingressi del 2017 e a come sta cambiando l'abuso di sostanze stupefacenti. Oggi è la cocaina la sostanza che più di altre e assunta dai ragazzi che entrano a San patrignano. Ragazzi che il presidente Sergio Mattarella ha voluto incontrare di persona, prima di fermarsi nella sala grande del refettorio dove si intratterrà a pranzo con i 1300 ragazzi e ragazze della comunità.
"Rafforzare l'unità del Paese, della società e delle persone, tra di essi nella vita in comune, è un compito che riguarda ciascuno di noi nella sua dimensione - ha detto il Presidente -. Certo riguarda, anzitutto, chi ha responsabilità politica, ma riguarda ciascuno di noi nel costruire questo tessuto relazionale che rende la vita più gradevole, piacevole, positiva, migliore per tutti".
Mattarella ha poi proseguito rivolgendosi ai ragazzi presenti: "Il compito principale del presidente della Repubblica è rappresentare l'unità dell'Italia, ma l'unità non è solo quella del territorio, è anche unità di vita del nostro Paese". "La sua coesione, il suo modo di sentirsi legata entro di essa, con tutti i cittadini legati a un destino comune, questa è l'unità vera del nostro Paese. L'aspetto - ha concluso il Capo dello Stato - che indica costantemente, in tutto il suo tessuto, la nostra Costituzione".
"A volte di fronte alle difficoltà della vita, della convivenza, anche di fronte a mutamenti profondi e tumultuosi del nostro tempo si rischia di pensare che chiudersi in se stessi e scivolare nella solitudine possa essere un rifugio. È debole e triste. Le preoccupazioni vanno comprese, nessuno ha il diritto di ignorarle, ma non ci si può arrendere alla paura", ha poi aggiunto: "Qui si respira solidarietà, e questo è un patrimonio del nostro popolo, nel Dna degli italiani vi è la solidarietà".