Spiagge chiuse in anticipo: "Colpa degli enti locali, non del ministro Salvini"

Morrone, parlamentare della Lega, ribatte al Pd: "I dem fanno una brutta figura. Tocca alla Regione e ai Comuni stabilire le regole per gli stabilimenti". .

Spiagge chiuse in anticipo: "Colpa degli enti locali, non del ministro Salvini"

Jacopo Morrone, parlamentare della Lega: «Sulla questione spiagge la sinistra spara a casaccio sugli avversari» le sue parole

Spiagge chiuse e brutte figure, "ma del Pd riminese" dice il parlamentare della Lega, Jacopo Morrone, che rimpalla la responsabilità della serrata dei bagnini a Regione e Comuni. È diventata un caso politico la chiusura degli stabilimenti sull’arenile come conseguenza dell’ordinanza nazionale della Capitaneria di porto che obbliga i concessionari a mantenere il servizio di salvataggio per tenere aperta la zona. Il deputato del Pd, Andrea Gnassi, ha attaccato senza mezzi termini il ministro Salvini visto che il Corpo delle Capitanerie di porto fa riferimento al ministero delle infrastrutture e trasporti. A supportare la stessa tesi chiedendo un intervento immediato c’è anche il candidato alle regionali, sempre del Pd, Simone Gobbi. "Il Pd riminese – ribatte Morrone – per bocca del parlamentare Andrea Gnassi e di Simone Gobbi rischia di fare una pessima figura e contestualmente terra bruciata intorno agli operatori balneari creando loro più problemi che soluzioni". Per Morrone gli esponenti del Pd "si fermano alla propaganda ideologica contro il Governo fregandosene altamente della realtà". Per il parlamentare del Carroccio "il Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto fa capo dal punto di vista funzionale al ministero delle Infrastrutture, oggi guidato da Matteo Salvini, ma su temi come quello del salvataggio di vite umane applica norme di carattere generale che esulano dal piano politico. Salvini in questa vicenda non solo non c’entra nulla, ma tirarlo in ballo a sproposito, per puro pregiudizio ideologico, la dice lunga sul livello di scadimento degli esponenti piddini".

Ed eccoci al merito della vicenda. "La questione, malgrado le inutili sparate di Gnassi e Gobbi, è seria e seriamente la si sarebbe dovuta affrontare. Se i progetti di allargare la stagione balneare a mesi non estivi sono, come sappiamo, già una realtà, dovrebbero essere le amministrazioni regionale e comunali a stabilirne le regole, a prevedere quali servizi siano possibili mantenendo i canoni di sicurezza e ad assumersene le responsabilità, sulla scorta delle norme esistenti, senza scaricare tutto sui singoli concessionari balneari. È proprio in questo gioco allo scaricabarile che cade la maschera di efficienza e buona amministrazione della sinistra, che spara a casaccio contro gli avversari politici, ma non prova neppure a risolvere i problemi".

Andrea Oliva