Stipendi troppo alti, il Comune batte cassa

Secondo la Corte d’Appello oltre trenta dipendenti, negli ultimi otto anni, hanno percepito cifre indebite per colpa di atti pubblici illegittimi

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Vanificati otto anni di maggiori entrate nello stipendio per la posizione conquistata nel corso del tempo in municipio. Poi ci sono i compensi ottenuti con la produttività e quelli per specifiche responsabilità o incarichi extra in ufficio. Soldi, tanti, che oltre 30 fra dipendenti e colleghi oggi in pensione, dovranno restituire al Comune di Coriano. E’ una sentenza che crea un precedente la 427 del 2020 della Corte d’Appello di Bologna. La vicenda degli stipendi contestati nel municipio di Coriano era scoppiata anni fa. L’allora amministrazione, era il 2016, congelò progressioni orizzontali e contestò le produttività percepite dai dipendenti dal 2005 in poi perché gli atti delle giunte precedenti venivano considerati illegittimi.

Ai dipendenti venne chiesto di rifondere all’ente cifre importanti. Per di più c’era il pericolo di perdere la propria posizione organizzativa scalando nella ‘graduatoria’, finendo per percepire uno stipendio più leggero. La giunta allora cominciò con il recupero del somme, ma la sentenza di primo grado del tribunale del lavoro di Rimini ribaltò tutto, reintegrando posizioni e produttività ai dipendenti. Quello che non era prevedibile è l’annullamento del provvedimento precedente da parte della Corte di Appello di Bologna sezione lavoro e previdenza. La Corte ha accertato l’indebita percezione del trattamento accessorio a titolo di Peo, di produttività, di compensi per specifiche responsabilità e per incarichi extra ufficio. Questo per gli errori commessi dalle amministrazioni in passato nell’erogare quei compensi.

La sentenza è della fine dello scorso anno. Oggi le amministrazioni comunali nelle quali lavorano i dipendenti in questione (alcuni si sono trasferiti nel corso del tempo) stanno inviando le comunicazioni ai lavoratori. La stessa giunta di Coriano ha dovuto prendere atto della sentenza e dare al responsabile del settore finanziario il mandato di recuperare le somme come richiesto dalla Corte di Appello.

Per i dipendenti è molto più di una doccia fredda. Le cifre da rifondere sono considerevoli e prendono in considerazione il periodo che intercorre dal primo gennaio del 2013 ad oggi. Di fatto otto anni lavorativi. La sentenza va oltre alla produttività ricevuta, secondo i giudici a pioggia e senza progetti definiti in base ai quali erogarla. Perdendo le Peo, progressioni economiche orizzontali è come fare un balzo indietro vanificando anni spesi a ‘scalare’ posizioni e rendendo di fatto difficile tornare dove si era arrivati. Anche in ottica pensione, il problema non è da poco. Non sorprende quindi che dal Comune si preferisca al momento non commentare quanto accaduto.

Andrea Oliva