"Strage di Ustica in scena per non dimenticare"

Maurizio Santamaria protagonista a Morciano, dove viveva una delle vittime del disastro aereo

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Con I-TIGI Racconto per Ustica, opera di Daniele Del Giudice e Marco Paolini portata in scena da Maurizio Santamaria, si rialza il sipario dell’Auditorium della Fiera di Morciano. L’appuntamento è per stasera alle 21. Sul palco anche Sara Ninfali e Gabriele Pedrazzi con il suo accompagnamento musicale. Al centro dello spettacolo il DC9 della compagnia Itavia in volo da Bologna a Palermo il 27 giugno 1980, precipitato a nord dell’isola di Ustica con a bordo 81 persone, tra le quali il morcianese Pier Paolo Ugolini, 42 anni dopo sulla tragedia è ancora mistero.

Da cosa scaturisce questo monologo?

"Nel 2000 a Bologna avevo visto lo spettacolo di Marco Paolini, fino allora ero stato un musicista e insegnavo, a differenza di mio fratello Claudio che lo fa per professione, non avevo mai pensato di fare l’attore. Quello spettacolo mi ha fatto riflettere e mi ha portato a fare teatro e con il benestare di Paolini ho portato Ustica in scena perché queste storie hanno una duplice importanza: tenere viva la memoria e raccontare quanto sta dietro le quinte per leggere meglio quello che ci sta intorno".

Come rappresenta la strage?

"In tre diverse modalità mescolate tra loro: in viaggio con il pubblico, come se fossimo tutti passeggeri di quel volo e come fossimo parenti. Spiego poi dei dettagli tecnici che sono propedeutici e necessari per far capire alle persone i meccanismi".

Nello specifico cosa svela?

"Racconto i retroscena come l’omertà dei militari, quello che poteva emergere, ma che non è venuto fuori, quanto poteva dare indicazioni e fornire prove, quanto è stato insabbiato, nascosto e distrutto. Si arriva così al finale, al momento drammatico. Il racconto è diviso in capitoli intervallati dalla musica di Pedrazzi, che leggerà con me una parte nella quale elenco i mestieri svolti da queste persone, il commerciante, la bracciante agricola, l’impiegata in hotel, per dare l’idea della quotidianità e far capire che quelle persone possiamo essere noi".

C’è un altro momento toccante?

"Sara Ninfale farà leggerà la lettera di Linda Lachina, figlia di Giulia Reina e Giuseppe Lachina, periti nella tragedia. L’ha scritta l’11 gennaio 2006, perché gli ultimi imputati, i generali Franco Ferri e Lamberto Bertolucci, sono stati assolti con formula precisa: in quanto il fatto non sussiste. Riprendo poi il racconto proponendo il messaggio originale del comandante ai passeggeri".

Si esibisce a Morciano, comune di una delle vittime.

"Lo ricorderò a fine monologo, quando presenterò la lista passeggeri, che non ho mai introdotto nello spettacolo".

Ha in mente di fare altro?

"Dopo le letture tratte da un libro di Gherardo Colombo che ho presentato alla Fiera delle parole, vorrei proporre un lavoro sul Vajont a 60 anni dalla tragedia".

Nives Concolino