Tari Rimini, ecco i dieci grandi evasori. Superano i 50mila euro di arretrato

Il record è di un’impresa con un conto non pagato di 100mila euro

Assessore Gian Luca Brasini, responsabile del Bilancio

Assessore Gian Luca Brasini, responsabile del Bilancio

Rimini, 20 ottobre 2018 - Tassa rifiuti, una marea di furbetti. Milioni di euro di ammanco per il Comune. Non versa il balzello oltre metà (52%) delle attività economiche di Rimini. In testa alberghi, ristoranti, bar e pubblici esercizi. In media le somme non versate da ciascuna attività oscillano tra i 10mila e i 15mila euro. Ma ci sono punte molto più consistenti. Oltre una decina di aziende - non tutte del settore turistico - hanno sfondato nel 2017 il tetto dei 30mila euro non versati al Comune. Una decina supera i 50mila e una - del settore alberghiero - sfiora il tetto dei 100mila. Tutte quanto sono già state ‘iscritte a ruolo’ dal Comune, che ha avviato la procedura di riscossione coatta. Insomma, la linea dura, dopo aver tentato con le buone (avvisi ed esortazioni). Va precisato che, mentre chi evade le tasse ‘ci prova’, con la Tari è impossibile farla franca. In poco tempo il Comune bussa alla porta e manda il conto.

Quasi trecento hotel nel 2017 non hanno pagato, in parte o in toto, la Tari a Palazzo Garampi. Un buco abissale. Per questo l’assessore al Bilancio, Gian Luca Brasini, ha proposto di non rinnovare la licenza e non concederne di nuove a chi evade le tasse (la decisione spetta al Governo nazionale). Ottenendo il placet del presidente Confcommercio Rimini, Gianni Indino. Pesanti le somme non corrisposte. Nel 2016 una parte degli alberghi e residence della zona a mare, a fronte di quasi 1,9 milioni di euro di «dovuto» per la tassa rifiuti, hanno versato poco meno di 200mila euro. Lasciando un ‘buco’ di 1,5 milioni nelle casse comunali.

Nello stesso anno su ventuno tra ristoranti, pizzerie e tavole calde dei due viali delle Regine in zona mare, otto non hanno versato una sola lira di Tari: 30mila euro mancanti all’appello. Stesso disco riguardo a un buon numero di ‘negozi’ dei viali delle Regine, in gran parte gestiti da immigrati extracomunitari: su 9.000 euro dovuti ne sono stati versati... 70! Non va meglio - restiamo al 2016 - al capitolo ‘motel e garni’, questa volta per l’intero territorio comunale: su 70mila euro ‘dovuti’, 67mila non pagati. Non è andata molto meglio nel 2017. Riguardo agli alberghi su 2, 4 milioni di ‘dovuto’ da una parte di essi, le somme versate ammontano a circa 600mila euro. L’ammanco lo scorso anno per questo settore ha superato il milione e 800mila euro. I ‘soliti’ negozi della zona mare hanno versato 190 euro su 8.000 richiesti dal Comune. Non serve il Nobel in matematica per calcolare la cifra mancante. La ventina di ristoranti, pizzerie e tavole calde in zona mare hanno pagato 7.000 euro su 36mila richiesti. Motel e garni hanno versato 50mila euro su 180mila di Tari dovuta nel 2017.

«Servono controlli rigorosi – attacca il consigliere comunale Gennaro Mauro, Movimento sovranista –. Ho chiesto a esponenti nazionali della Lega di avviare le procedure per far togliere la licenza a chi non paga». «La Tari è un bagno di sangue per noi operatori – commenta Corrado Della Vista, del direttivo Aia –, una delle voci di tassazione più pesanti per gli alberghi, purtroppo non sempre è possibile per tutti pagarla nei tempi previsti».