Test sierologico coronavirus, sequestrati i kit di un centro a Santarcangelo

I carabinieri sono andati nel laboratorio che è stata una delle prime a partire e hanno fermato tutto. Denunciato l’amministratore del centro

I carabinieri del Nas all’interno di un laboratorio

I carabinieri del Nas all’interno di un laboratorio

Santarcangelo (Rimini), 16 aprile 2020 - Stop ai test sierologici offerti dagli ambulatori privati per rilevare le tracce del coronavirus nel sangue. Sono gli esami che permettono di accertare se (in caso di contagio) l’infezione è ancora in corso o se invece sono già stati sviluppati gli anticorpi. Ieri mattina i Nas sono intervenuti al Rimedical di Santarcangelo, il primo ambulatorio del Riminese partito con gli esami.

Al Rimedical hanno iniziato a effettuare il test su prenotazione prima di Pasqua. C’erano persone che lo stavano facendo anche ieri mattina, quando i militari si sono presentati nel poliambulatorio bloccando tutto. I carabinieri hanno sanzionato l’amministratore della struttura con un verbale da 300 euro contestando la violazione dell’ordinanza anti-contagio, che vieta accertamenti sanitari non indifferibili e non urgenti.

Per l’amministratore è scattata anche la denuncia. I carabinieri hanno inoltre sequestrato tutti i kit dei test sierologici. Il Rimedical è stato costretto ad avvertire tutti quelli che si erano prenotati per il resto della giornata di ieri e per i prossimi giorni (oltre 150 in tutto), spiegando la situazione. Il blitz a Santarcangelo non è stato isolato. I Nas hanno effettuato altri controlli in altri ambulatori dell’Emilia Romagna, e c’è stato un sequestro anche a Piacenza.

Ma i militari non si sono mossi di propria iniziativa. C’è una circolare del ministero che diffida dall’uso dei test del sangue negli ambulatori privati, perché ritenuti non ancora affidabili. Ma in Emilia Romagna è stata la stessa Regione a decidere, per il momento, di vietare i test del sangue nelle strutture private. Ad annunciarlo ieri pomeriggio è stato lo stesso commissario ad acta Sergio Venturi, facendo il punto quotidiano su morti e contagi. "Il problema dei test sierologici è che non sono del tutto affidabili, proprio come i tamponi". O meglio: "Il tampone è affidabile all’80%, ma in questo momento è lo strumento migliore che abbiamo" per gli esami sui pazienti.

E’ vero che, nel frattempo, sono partiti anche i test del sangue, effettuati su medici, infermieri e tutto il personale socio-sanitario. Di test ematici per rilevare tracce del coronavirus ce ne sono in circolazione circa 200, "noi in Emilia Romagna ne abbiamo selezionati quattro – aggiunge Venturi – Siccome non siamo ancora sicuri che quelli che vengono offerti dalle strutture sanitarie siano efficaci, ci prendiamo la responsabilità di dire che questi esami non si fanno ai privati".

Una decisione forte, ma che non significa, per questo, che i test non potranno più essere effettuati dai privati. "Oggi la giunta – continua Venturi – prenderà provvedimento, che il presidente Bonaccini sta già discutendo con gli assessori. Un provvedimento in cui si stabilirà che sarà il servizio sanitario pubblico a farsi carico di eseguire i test del sangue e i tamponi su tutta una serie di soggetti più a rischio". E i privati? Venturi assicura che nella delibera di oggi la Regione stabilirà "che i laboratori privati potranno candidarsi a lavorare per conto del servizio pubblico. Perché noi in Emilia Romagna ci stiamo preparando alla riapertura, anche delle aziende, e avremo bisogno di fare molti test sierologici. Ma questi andranno fatti con i criteri fissati dalla Regione".

"Non stiamo facendo un dispetto a nessuno – dice ancora Venturi, riferendosi ai controlli e ai sequestri effettuati dai Nas ieri a Santarcangelo e in altri laboratori dell’Emilia Romagna – Ma il test del sangue non è un giochino... E questo non è il momento di toglierci la curiosità di sapere se abbiamo avuto o meno contatto con il virus. A chi ha un fondato sospetto di essere contagiato facciamo il tampone".