Usura e fatture false per 20 milioni: arrestati

Operazione di carabinieri e finanza: in manette cinque persone, sequestrate case e conti correnti

La conferenza stampa nella sede della Guardia di finanza

La conferenza stampa nella sede della Guardia di finanza

Rimini, 25 febbraio 2021 - Cinque persone arrestate, 22 indagate e 36 società coinvolte in un gigantesco giro di fatture false per 20 milioni di euro. E’ l’epilogo dell’operazione ‘Never Dream’, messa a segno dai carabineri del Comando provinciale e dalla Guardia di finanza di Rimini. Al vertice di un’associazione che operava almeno dal 2016, c’era Rocco Lico, 47 anni, un calabrese che gravita tra Rimini e il Pesarese. Un personaggio di spessore, con al suo attivo anche un sequestro di persona e che arriva a prendere contatti con un ucraino per introdurre armi da guerra in Italia.

Il punto Fatture false e usura a Rimini: arresti e sequestro di beni per 9 milioni

Un gruppo organizzato come una piramide, con ramificazioni dalla riviera a Vibo Valentia, da Varese a Monza, da Bari fino ad arrivare in Lituania. Ieri mattina gli investigatori, coordinati dai pmPaolo Gengarelli e Luca Bertuzzi, hanno fatto scattare le manette e dato il via al sequestro di beni per 9 milioni di euro. Nella lista degli indagati non mancano nemmeno i soliti ‘colletti bianchi’, un consulente finanziario e un assicuratore. In carcere, oltre a Lico, preso in Calabria, ci sono Pietro Lafabiana, 40 anni, barese, domiciliato a Misano, arrestato in provincia di Bari, e Monica Vicino, 48, riminese, residente a San Clemente, all’epoca amante di Lico. Confinati ai domiciliari: il sedicente commercialista, Gabriele Lucarini, 68, residente a Vallefoglia, e Rocco Schiavone, 50, un commerciante brindisino che sta a Montefiore e che aveva il compito di trovare imprenditori in difficoltà. Poi ci sono le figure minori, i prestanome, ‘caporali’ del sodalizio criminale.

Le indagini della Compagnia di Riccione e delle Fiamme Gialle, prendono avvio dopo una segnalazione della Dda di Napoli. Lo stralcio di un’inchiesta dove spunta il nome di Monica Vicino. La donna non è direttamente coinvolta nella loro inchiesta sulla criminalità organizzata, ma vale la pena di darle un’occhiata più da vicino. Ed è quello che fanno gli investigatori riminese, scoprendo che è titolare di un’azienda in Valconca. Ma è mettendo lei sotto la lente di ingrandimento che scoprono quello che si rivelerà un vero e proprio vaso di Pandora. La Vicino non frequenta gente qualsiasi. Il suo amante è Rocco Lico, personaggio pericoloso e ben conosciuto dalle forze dell’ordine, ufficialmente autista della ditta. Poi c’è Pietro Lafabiana, braccio destro di Lico ed ex gestore di un locale sulla spiaggia di Misano.

I militari fanno partire pedinamenti, intercettazioni telefoniche, Gps e verifiche finanziarie, che rimandano un quadro insospettabile. Quello di un’associazione di gente che ha creato un castello di società con sede sia nel Riminese (sei) che in altre regioni, la cui unica ragione di ‘vita’ è quella di frodare il fisco. Emettere cioè fatture per operazioni inesistenti per milioni di euro. Una frode all’Iva gigantesca (quasi 3 milioni e mezzo) dove ognuno ha un suo ruolo ben definito che sta funzionando come un orologio svizzero. La ‘banda’ è composta da 22 persone (tra cui molte teste di legno), ognuna delle quali da quel momento viene tenuta sotto stretto controllo. Alla fine il puzzle viene ricostruito per intero, e il giudice, Benedetta Vitolo, emette le ordinanze di custodia cautelare per una sfilza di reati. Nove del gruppo devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di plurimi reati finanziari, gli altri, a vario titolo, di truffa, usura, riciclaggio e autoriciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita, estorsione, trasferimento fraudolento e ingiustificato di valori, falsità materiale e ideologica in atto pubblico, falsità in monete e carte di credito. Il sequestro preventivo di beni è cominciato con i sigilli a 5 fabbricati, un terreno, quote societarie, 12 mezzi, tra auto e moto, e 20 conti correnti.