Rimini, il ricatto hard costa 60mila euro al dirigente d'azienda

Aveva messo sul web il filmato a luci rosse dell’ex amante

Vendetta a luci rosse

Vendetta a luci rosse

Rimini, 15 settembre 2019 - La vendetta a luci rosse sul web nei confronti dell’ex amante, è costata cara al dirigente d’azienda. Dopo i due anni di carcere (con il beneficio della pena sospesa) inflittigli nel processo penale, due giorni va è arrivato il verdetto del giudice civile che lo condanna a pagare alla vittima quasi 60mila euro di risarcimento danni. Una mazzata che fino ad ora la legge non aveva mai inflitto per casi di questo genere.

E di danni ce n’erano stati parecchi, al punto da gettare la donna in un profondo stato di prostrazione. Il suo errore era stato quello di prendersi una sbandata per il suo capo, un 50enne riminese con cui la donna aveva iniziato una relazione. Lui era un uomo divorziato, ma lei invece ancora sposata con un marito ignaro di tutto. Era durata qualche mese, poi lei aveva deciso che era venuto il momento di mettere la parola fine a quella storia che la faceva sentire in colpa. Non immaginando che per vendicarsi di essere stato mollato, l’uomo avrebbe usato come arma quel filmato che si erano fatti mentre stavano facendo sesso. ‘Giochi’ che quando la coppia va a gonfie vele, si fanno senza pensare che ci si potrebbe lasciare. Un errore che commettono in molti, non calcolando che l’uomo o la donna abbandonati se ne serviranno per fargliela pagare. Ed è quello che è accaduto alla riminese. L’ex amante non ha infatti avuto scrupoli nel servirsi di quel filmato hard e l’ha messo in Rete.

Nelle immagini compariva naturalmente soltanto la faccia di lei, un video esplicito e umiliante che, hanno poi accertato gli investigatori della Polizia postale, era finito in almeno un centinaio di siti, molti dei quali stranieri. Nel giro di pochissimo tempo, tutte le persone che la conoscevano avevano visualizzato le immagini. Che andasse al lavoro o dal panettiere, gli sguardi che aveva addosso la dicevano lunga su quello che la gente pensava. Un calvario, il suo, che nel recente passato ha spinto al suicidio più di una donna, incapace di sopportare tanta ferocia. Naturalmente è finito anche sotto gli occhi del marito. Questo però ha scelto di non infierire, ha deciso di perdonarla e l’ha aiutata ad affrontare la vergogna. E soprattutto l’ha spinta a denunciare la persona che le aveva fatto quello.

La donna si è rivolta all’avvocato Roberto Giannini che ha fatto partire subito la denuncia in procura, e le indagini sono arrivate sul tavolo della Postale. Il dirigente è finito indagato, ma fin da subito ha respinto tutte le accuse, sostenendo che non era stato lui a mettere quel filmato in Rete. Ha giurato e spergiurato, ma di fatto era l’unico che ne era in possesso. Rinviato a giudizio, è stato condannato a due anni di carcere, pena sospesa. Ma non era finita lì. Perchè a dargli il meritato colpo di grazia è stato il giudice del processo civile, davanti al quale l’ex amante l’ha trascinato per chiedere i danni. Ed è arrivata la sentenza esemplare: quasi 60mila euro di risarcimento. Un prezzo neanche tanto alto per la vendetta che ha consumato.