Viserba, dopo le proteste stop alle moto sul lungomare

Il Comune fa retromarcia. L’assessore: "Al vaglio nuove ipotesi, le discuteremo con i residenti"

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No a moto e scooter sul lungomare. A Viserba si è scatenata la rivolta, dopo che il Comune ha deciso di permettere quest’estate, ai mezzi a due ruote, di circolare liberamente sul lungomare di Rimini nord (tranne che alla sera, dalle 20 alle 24). Questo nonostante sia in vigore da Pasqua la zona a traffico limitato, attuata da Palazzo Garampi proprio con l’obiettivo di ridurre il più possibile il traffico nel ’salotto’. Una rivoluzione, quella del via libera alle moto, decisa dopo gli incontri fatti con residenti e operatori di Torre Pedrera e Viserbella. Ma mercoledì ci sarà un incontro pubblico a Viserba (al centro parrocchiale, alle 21) e, dopo la levata di scudi, l’amministrazione è pronta a tornare sui suoi passi e rivedere la sua decisione.

Ad annunciarlo ieri è stato l’assessore ai lavori pubblici Mattia Morolli, viserbese doc, intervenendo nel dibattito che la nuova regolamentazione ha provocato, anche sui social. "Mercoledì presenteremo una diversa soluzione. Per la parte centrale del lungomare di Viserba (tra le vie Genghini e Polazzi ) si lavora a una proposta specifica".

L’idea è quella di vietare, almeno in questo tratto, la circolazione di moto e scooter sul lungomare. Roberta Frisoni, assessore alla mobilità, conferma: "Per la zona centrale di Viserba stiamo facendo altre valutazioni volte a proteggerne la sua vocazione più pedonale, e non solo alla sera. Per fare questo sono in corso alcuni approfondimenti tecnici". Per rivedere la regolamentazione serviranno " alcune modifiche al sistema di telecamere installato per la zona a traffico limitato sul lungomare", nonché "alle procedure di rilascio dei permessi". Questo "per consentire una diversa gestione nelle varie zone del lungomare". All’incontro di mercoledì sera "arriveremo con varie ipotesi da poter attuare nel breve nella parte centrale di Viserba". Ed è quello che sperano Gabriele Bernardi e altri a Viserba, che avevano già minacciato proteste contro l’amministrazione.

Manuel Spadazzi