Coronavirus, Vito Johann Di Bella morto a New York. Addio Mister Vic

E' stato il capo barista del Bounty ma ha lavorato anche per altri locali. Il doloroso ricordo del cugino, Luigi Sorci

Vito Johann Di Bella, ucciso dal Coronavirus

Vito Johann Di Bella, ucciso dal Coronavirus

Rimini, 7 aprile 2020 - "Addio Mister Vic, se c’è un banco nel bar dell’aldilà, tu sarai sicuramente dietro". E’ il post con il quale un amico, Filippo ‘Gil’ Paternostro, titolare del Magna Grecia, saluta l’amico ed ex socio Vito Johann Di Bella, per tutti Mr Vic, morto di coronavirus in ospedale a New York. Classe 1949, aveva poco più di settant’anni. Tanti i messaggi di cordoglio postati in suo ricordo. Di Bella è stato tra i protagonisti del mondo della ristorazione riminese, dagli anni Novanta sino a pochi anni fa, quando ha deciso – dopo la morte dell’anziana madre – di ritornare nella ‘Grande Mela’, dov’era nato e cresciuto, da genitori italo americani di origine campana.

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Mr Vic era stato il bartender del Bounty, fin dall’inaugurazione del locale a forma di antico veliero, nel 1990. "Definirlo capo barista è riduttivo – ricorda il cugino Luigi ‘Cino’ Sorci -, dietro al banco aveva portato, oltre alla sua grande umanità e simpatia, anche quanto aveva imparato negli Stati Uniti, creando una strepitosa lista di cocktail, per la gioia degli avventori, tra i quali non mancavano mai i personaggi del mondo della notte di quegli anni, a partire da Gianni Fabbri con i suoi collaboratori del Paradiso, ai giocatori americani e non della squadra di baseball cittadina, ai tanti soldati americani della base Nato che all’epoca erano di stanza a Rimini.

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Contattato dai titolari, che cercavano per il Bounty un barman di livello internazionale, lo feci venire io da New York. Doveva restare poco tempo, rimase per anni". Il Bounty era nato da un’idea di tre imprenditori, Stefano ‘Tete’ Venturini, Salvatore ‘Cione’ Sorci e Fiorenzo ’Fiore’ Boschetti. "Mio cugino – continua Sorci – è stato al Bounty qualche anno, poi è ritornato a New York. All’epoca aveva ancora là i genitori. "Poi sua mamma gli disse che voleva tornare in Italia, e lui, innamorato di Rimini, comprò una casa a Santa Aquilina, dove, morto il padre, venne ad abitare con lei". Vic è stato, con alcuni soci, anche protagonista del ristorante Corto Maltese (oggi L’Ingrata) in piazzetta San Martino, a due passi da piazza Cavour.

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"Un’avventura durata meno di dieci anni – ricorda Paternostro -, dal 2006 al 2013. Lui, come me, era tra i soci, e stava naturalmente dietro al banco del bar. Io avevo lavorato al Bounty negli anni Novanta, quando lui se n’era già andato, ma la sua fama aleggiava ancora. Era un pacioccone, buono, benvoluto da tutti, impossibile litigarci. Da qualche anno era tornato a New York". "Da due settimane era a casa malato – racconta il cugino ‘Cino’ Sorci -; è stato ricoverato dieci giorni fa, l’hanno intubato. E’ morto solo come un cane. La cosa più terribile di questa malattia. Ora aspettiamo che lo cremino e ci mandino le sue ceneri".