"Voglio andare al cimitero per chiedere scusa ad Angela"

Il marito della donna uccisa con dodici coltellate: "Fatemi portare un fiore sulla sua tomba"

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"Vi prego, lasciatemi uscire per andare a trovare Angela. E’ la donna che ho sposato, e che ho sempre amato. Voglio andare sulla sua tomba per portare un fiore e chiederle scusa". Raffaele Fogliamanzillo lo ha ripetuto come un mantra al suo avvocato, Viviana Pellegrini, che ieri mattina gli ha fatto visita in carcere, dove è rinchiuso dal 22 aprile scorso. Il 62enne non si rassegna: vuole a tutti i costi portare l’ultimo saluto alla donna che ha ucciso con dodici coltellate (di cui due, fatali, alla gola) nella cucina dell’appartamento della figlia in via Portogallo. Nei giorni scorsi l’uomo aveva chiesto anche di poter prendere parte ai funerali della moglie, Angela Avitabile, celebrati venerdì mattina nella chiesa Regina Pacis di Bellariva. Non è escluso che nei prossimi giorni possa essere avanzata una richiesta di perizia psichiatrica per Fogliamanzillo. Richiesta che potrebbe essere avanzata tanto dall’avvocato della difesa quanto dalla Procura, che ha incaricato il sostituto procuratore Luca Bertuzzi di occuparsi delle indagini. Ben pochi i dubbi sulla dinamica: è stato infatti lo stesso Raffale a presentarsi in Questura la notte del 22 aprile e a confessare il delitto ai poliziotti della Squadra mobile. Agli inquirenti il 62enne ha detto di aver agito perché accecato dalla gelosia, spettando un tradimento da parte della moglie. Circostanza che pare, almeno stando ai primi rilievi, priva di fondamento. L’uomo, infatti, soffriva di sindrome ansiosa depressiva, con sintomi di bipolarismo. Disturbo per il quale era seguito dal Centro di igiene mentale dell’ospedale Infermi di Rimini, che pare ne avesse proposto il ricovero in una struttura specializzata. Il trasferimento però era stato posticipato per consentirgli di sottoporsi ad un intervento alla cataratta. Fogliamanzillo era stato denunciato dalla moglie a febbraio, dopo l’ennesima scenata di gelosia che l’aveva convinta a chiamare i carabinieri. I militari dell’Arma erano però già intervenuti nella palazzina di via Portogallo, dove la coppia abitava in un appartamento attiguo a quello della figlia, nel settembre dello scorso anno. Ad inizio aprile i carabinieri erano tornati a far visita ad Angela, ma quest’ultima li aveva rassicurati sul fatto che il marito non si era più reso protagonista di altre sfuriate.

Lorenzo Muccioli