Rovigo, guardie aggredite dai detenuti

Due agenti sono rimasti feriti, sos del sindacato

Carcere di Rovigo (Foto Donzelli)

Carcere di Rovigo (Foto Donzelli)

Rovigo, 24 novembre 2018 - «Giornata di violenza nel carcere di Rovigo, dove si è vissuta una situazione di alta tensione per le intolleranze e le intimidazioni di alcuni detenuti ai danni del personale della polizia penitenziaria che opera nella struttura». A lanciare l’allarme è Giovanni Vona, segretario per il Triveneto del Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, che rende noto il grave espisodio avvenuto nella struttura penitenziaria, un carcere moderno che è stato inaugurato qualche anno fa dopo una serie di polemiche sull’opportunità di costruire la struttura ed anche sulla sua funzionalità.

«E’ stata una giornata di fuoco nella casa circondariale di Rovigo – riferisce il sindacalista entrando nel dettagli dell’allarmante vicenda –. Ieri mattina durante la cosiddetta ‘battitura’, i due detenuti che occupagvano la cella hanno aggredito i due poliziotti penitenziari che stavano effettuando il controllo di routine alle inferriate. I detenuti sono tutti di origine nigeriana. Successivamente, altri detenuti, solidali ai primi, si sono barricati nelle celle ed hanno iniziato a lanciare alcune bombolette di gas. Solo sul tardi pomeriggio, si è riusciti a riportate la situazione alla calma. In ogni caso, la giornata si è conclusa con due colleghi feriti. Uno di loro ha ricevuto una prognosi di otto giorni quello più grave, ha invece una prognosi di quattro giorno quello ferito in modo più lieve. I detenuti sono stati subito trasferiti». Per il segretario nazionale del sindacato Sappe Donato Capece, «il sistema delle carceri ormai non regge più, è farraginoso. Sono state tolte, ovunque, le sentinelle della polizia penitenziaria che vigilavano dalle mura di cinta delle stesse carceri, le telecamere ed i sistemi anti intrusione ed anti evasione spesso non funzionano come dovrebbero, le aggressioni contro i poliziotti penitenziari, che non hanno alcuno strumento di difesa, sono ormai all’ordine del giorno e questa è una situazione gravissima. I vertici del ministero della Giustizia devono assumere urgenti e concreti provvedimenti per fronteggiare questa grave emergenza».