Rovigo, sportelli e bancomat in via d’estinzione

Le banche in Polesine si ritirano sempre di più, i sindacati: «Problema sociale»

Il Polesine è detentore di un triste primato, ossia dell’alto numero di sportelli bancari chiusi, negli ultimi anni

Il Polesine è detentore di un triste primato, ossia dell’alto numero di sportelli bancari chiusi, negli ultimi anni

Rovigo, 30 ottobre 2018 - Chiudono gli sportelli bancari ed è sempre più difficile trovare un bancomat per prelevare contanti. Questa è la fotografia della provincia di Rovigo dove, secondo una recente indagine della First Cisl, il Polesine è detentore di un triste primato, ossia dell’alto numero di sportelli bancari chiusi, negli ultimi anni, rispetto alla media nazionale. Diverse zone del capoluogo polesano non dispongono più nemmeno di un bancomat e ben 10 comuni della provincia non hanno più una filiale bancaria nel proprio territorio. Questo sta creando gravi difficoltà, ad esempio, per agli anziani, costretti a prelevare somme di denaro importanti e a custodirle in casa, con tutti i relativi pericoli del caso, vista l’assenza di uno sportello bancomat nel paese o frazione di residenza. Un esempio è Sarzano, dove da diversi anni non è più presente uno sportello e gli anziani devono farsi accompagnare in città per prelevare contanti.

«I risultati della ricerca tra banche e territorio, elaborata dal nostro ufficio studi nazionale - spiega Antonio Masciale, sindacalista rodigino di First Cisl - dimostrano la preoccupante contrazione degli sportelli di tutte le banche nel Polesine. La chiusura degli sportelli in provincia di Rovigo, nel periodo 2010-2017, è stata infatti del 26,1%, contro una media del Veneto del 22.7% ed una nazionale del 18.7%» .Dati allarmanti che, secondo il sindacato, sono destinati a peggiorare. «Abbiamo assistito ad una eccessiva apertura di agenzie tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000 - spiega Masciale -, ogni azienda voleva presidiare il territorio in maniera capillare ed ora le banche stanno procedendo ad una massiccia chiusura allo scopo di ridurre i costi a scapito della vicinanza con il tessuto locale. Le riorganizzazioni, oltre a generare la soppressione di filiali, privano il territorio del necessario supporto alla già asfittica economia del Polesine, diminuiscono le possibilità di lavoro ed obbligano al trasferimento molti addetti del settore credito».

La desertificazione bancaria, secondo quanto riporta il sindacalista, sta provocando inoltre una diminuzione in termini di sicurezza per la popolazione, specialmente per quella più anziana, poco avvezza alla digitalizzazione e pertanto costretta a detenere in casa somme di denaro prelevate da sportelli sempre più rari e lontani. Sono quasi 400 i comuni italiani senza banche. La politica di tagli degli sportelli bancari ha fatto sparire negli ultimi sette anni 6.289 filiali, con 383 Comuni rimasti totalmente privi di banche.